Milano, 28enne finisce sotto il tram: scatta lo sciopero dei rider

Stop alle consegne a domicilio in bicicletta o in motorino, dopo l'incidente in via Montegani

Incidente in via Montegani (Newpress)

Incidente in via Montegani (Newpress)

Milano, 20 maggio 2018 - I biker si fermano. Venerdì, la Filt (Federazione italiana lavoratori trasporti) Cgil Milano Lombardia ha proclamato lo sciopero «di tutti i lavoratori che consegnano merce e cibo mediante l’utilizzo di cicli e motocicli indipendentemente dalla forma contrattuale». Una nota a firma della segreteria generale (Luca Stanzione e Stefano Malorgio) diffusa ieri pomeriggio ha annunciato lo stop alle consegne a domicilio in bicicletta o in motorino. La decisione è arrivata dopo il grave infortunio sul lavoro costato l’amputazione di una gamba a un rider 28enne di “Just eat”, che giovedì, durante una consegna, è rimasto incastrato fra due tram in via Montegani, a Milano.

«La FILT CGIL - si legge nella nota inviata alle aziende e ai rider - chiede l’immediata convocazione di un tavolo di confronto al fine di concordare le forme migliori di contrattualizzazione dei lavoratori interessati, la modalità di organizzazione del lavoro, le corrette retribuzioni, le giuste tutele per l’incolumità di chi quotidianamente opera sulle strade delle città, la corretta formazione per la sicurezza, un adeguato investimento sugli strumenti di lavoro, la necessaria tutela sanitaria e professionale. La Filt Cgil invita tutti i lavoratori a mobilitarsi per aprire una vera e proficua contrattazione con le organizzazioni firmatarie del Contratto nazionale del trasporto merci e della logistica e affinché il legislatore intervenga con norme chiare e di garanzia per i lavoratori e i consumatori».

A Milano, dove si concentra la maggior parte delle piattaforme online di food delivery attive in Lombardia, sono impiegati 3mila rider, secondo la Cgil. «Nove su dieci - attacca il segretario Stanzione - lavorano con ritenuta d’acconto, senza le coperture assicurative minime e periodi di formazione sulla sicurezza. Eppure sono trattati come personale subordinato a tutti gli effetti, tanto che alcune piattaforme espellono i rider che rifiutano più di tre consegne». Il sindacato chiede alle aziende «di non sottrarsi più a un tavolo con le parti sociali» perché - spiega Stanzione - «è necessario definire una normativa a livello nazionale, nonostante alcune regioni come Lazio e Toscana si sono mosse per regolamentare l’attività dei rider. Queste piattaforme online sono chiamate ad assumersi le loro responsabilità: non hanno più scuse perché dal 1° marzo la figure del rider va inquadrata con il Contratto nazionale del trasporto merci».

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