
Ricorso al Tar per l’ex Municipio. Le associazioni di Crescenzago:: "Deve restare casa dei cittadini"
Il palazzo di piazza Costantino che svetta tra le via Padova e Adriano è quel che resta dell’antico comune di Crescenzago inglobato dalla metropoli oltre un secolo fa, nel 1923. Oggi quell’edificio rosa e giallo a due piani accanto al Naviglio Martesana, costruito nel 1880, sede del vecchio comune e anche dell’antica scuola elementare, è il simbolo del quartiere e casa di tre associazioni: Anpi Crescenzago, Corpo musicale – che ha oltre 130 anni di vita – e circolo territoriale di Legambiente. "Deve restare uno spazio pubblico", ribadiscono i cittadini che lo vivono e che da più di 15 anni combattono perché non sia venduto. Una storia lunga, che è approdata al Tar dato che le associazioni hanno presentato un ricorso opponendosi alla vendita stabilita dal Comune di Milano. "Giovedì 20 giugno si è svolta la prima udienza", fa sapere Giuseppe Natale, presidente di Anpi Crescenzago. La vicenda comincia nel 2007, quando il bene viene inserito insieme ad altri immobili del Comune nel Fondo immobiliare I gestito da Bnp Paribas. Da subito le associazioni del posto si mobilitano per evitare che il sito diventi privato, raccolgono oltre 3mila firme e, successivamente, l’allora Consiglio di Zona 2 si esprime più volte a tutela dell’edificio chiedendo nel 2012 di toglierlo dal fondo affinché sia "riacquisito dal Comune di Milano".
A novembre del 2015, il Consiglio Comunale accoglie la richiesta stabilendo una permuta, che però non è mai andata in porto. "Alla fine del 2022 la sede dell’ex Municipio è tornata sul mercato insieme ad altri beni. Quindi a febbraio 2023 abbiamo presentato ricorso al Tar, impugnando la delibera del Consiglio comunale che a nostro avviso contraddice la precedente", sottolinea Natale. Di recente "abbiamo anche avanzato la proposta di ricevere il bene in comodato d’uso, anche considerando che l’immobile, per il suo valore storico-artistico, dal 2005 è vincolato dalla Soprintendenza". A supporto si sono aggiunte altre sette associazioni e, tutte insieme, hanno costituito “Casa Crescenzago“. Ora la situazione è di stallo, in attesa che il Tar si pronunci.
"Il ricorso – spiega Raffaello Ricci, avvocato delle associazioni – è contro la delibera del Consiglio comunale che “mette in vendita“ tutte le quote detenute dal Comune di Milano del fondo immobiliare gestito da Bnp Paribas, dove è stato collocato anche l’edificio di Crescenzago". Giovedì, alla prima udienza, "il Comune si è dimostrato molto sensibile al destino delle associazioni lì ospitate, riconoscendo che siano storiche, meritorie e di notevole rilievo sociale e culturale. C’è da augurarsi si trovi una soluzione condivisa tra le parti, per la migliore tutela dell’interesse della collettività". Altro elemento emerso: "Il Comune – evidenzia il presidente di Anpi Crescenzago, intende comunque garantire sedi adeguate alle associazioni". E il presidente del Municipio 2 Simone Locatelli lo conferma: "Nel caso si concretizzasse la vendita del palazzo, le associazioni potranno trasferirsi alla Cascina Cattabrega" di via Trasimeno. Ma l’obiettivo delle realtà-anime di Crescenzago è quello di rimanere nell’antico Municipio.