SIMONA BALLATORE
Cronaca

Dal Sudafrica alla Bicocca per studiare lo smog

Nei laboratori di Milano Charl ha trovato terreno fertile per il suo lavoro sui materiali... e anche l’amore

Charl Xavier Bezuidenhout, 36 anni, nei laboratori dell’università di Milano Bicocca

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Milano - Ha lasciato il Sudafrica per Milano, per la ricerca. "Corea del Sud o Italia? Avevo due opzioni, in due università entrambe di qualità – racconta Charl Xavier Bezuidenhout, 36 anni – ma ha "vinto" Milano. Qui, alla Bicocca, ho trovato un gruppo eccellente e internazionale e sono felice della scelta". Ora Charl va “a caccia“ di materiali anti-smog di ultima generazione e in università ha trovato anche l’amore.

La sua storia inizia a Oudtshoorn, famosa come la capitale degli struzzi, per via dei suoi allevamenti, e conosciuta anche come meta turistica. "Lì, grazie a mio nonno, con cui sono cresciuto, ho imparato ad essere curioso. La passione per la scienza è nata a Oudtshoorn", racconta. Insieme al nonno coltivava, capiva il funzionamento della natura, giocava. Il nonno, diventato anche suo tutore legale, aveva un’officina in cui Charl poteva “esaminare“ tutti i materiali e aveva creato per lui un campo di golf che attirava sempre gli amici. "Non mi ha fatto mai mancare nulla, ma soprattutto ha seminato quella curiosità, quella voglia di sapere sempre di più, di studiare. Non c’era internet, si scopriva tutto sul campo e lo si andava a cercare sui libri", sorride Charl, ricordandolo.

"Purtroppo se ne è andato un paio di anni prima della mia partenza per Milano, ma credo che sarebbe orgoglioso della mia strada". Dopo la laurea in Chimica all’Università di Stellenbosch, in Sudafrica, Charl ha lavorato come chimico per un paio di anni per la Anglo American Platinum e ha proseguito col dottorato di ricerca, specializzandosi sulla sintesi e caratterizzazione al computer di materiali organici metallici a base di rame poroso, per comprendere come catturare anidride carbonica. Durante una conferenza a Stellenbosch ha conosciuto la professoressa Angiolina Comotti, della Bicocca, che era rimasta colpita dal suo filone di ricerca. "Ho saputo di un bando di selezione per assegni di ricerca e ho iniziato a documentarmi sulla realtà italiana, sul gruppo di ricerca della Bicocca e sull’alternativa sud-coreana", ricorda. Oggi è assegnista di ricerca in Scienza dei materiali e nanotecnologie. "Sintetizziamo e ricaviamo modelli computazionali di materiali porosi in grado di assorbire gas come il metano e l’anidride carbonica per produrre energia e purificare l’aria e l’ambiente – spiega –. Cerchiamo di capire quale materiale sia più efficiente".