
di Barbara Calderola
Una storia lunga 50 anni che guarda al futuro, la Golgi-Redaelli celebra il traguardo puntando sulla telemedicina per curare i nonni. Oggi, l’azienda dei servizi, casa di riposo e riabilitazione, 400 ospiti a Vimodrone, ripercorre con la città la storia dell’Istituto e si lascia alle spalle l’incubo del Covid. Una nuova normalità che tiene conto però della frustata del virus, da qui le terapie a distanza per gli “over” infortunati che tornano a casa, ma anche la possibilità di allungare l’autonomia grazie al monitoraggio dello stato di salute a domicilio. "Scelte in linea con il nostro Dna", spiega il direttore generale Enzo Lucchini (nella foto). Nel lontano 1971, la Rsa costruita su un’area di 40mila metri quadrati dei Pii Elemosinieri di Milano – dove c’è una casa gemella – e ispirata a esempi all’avanguardia fuori dai confini nazionali fu definita "il più moderno polo geriatrico d’Italia, certo uno dei migliori d’Europa", per i suoi servizi antesignani e per la sua concezione: più edifici immersi in un parco.
Oggi si guarda avanti ma è indubbio che un fil rouge unisce l’idea originaria alle indicazioni del Pnrr che stanno rimodellando tutto sulla scorta della pandemia, solo l’obiettivo è sempre lo stesso: il benessere dei pazienti. Una “legge” interpretata alla svelta anche durante il primo, terribile, attacco del Sars-Cov 2, quando la direzione isolò i contagiati aprendo un reparto dedicato con medici e infermieri in prima linea. Erano i giorni della strage nelle Rsa in tutta la Regione. Una lezione dolorosa che è stata il motore del cambiamento. Oggi, nella sede di via Leopardi si ricorderà Piero Redaelli, l’anatomopatologo scomparso negli anni Cinquanta che per primo guidò l’Associazione geriatrica italiana al quale l’istituto è dedicato. Il taglio del nastro fu il 27 novembre 1971, oggi il presidente Stefania Bartoccetti, lo stesso giorno 50 anni dopo, spiegherà alla comunità i nuovi traguardi da tagliare. La piattaforma Telerehab per la riabilitazione a distanza non è un’idea: funziona già. A lei il compito anche di accogliere gli studenti di Brera che hanno realizzato il ritratto della benefattrice Beatrice Levati, cui è dedicata anche una piccola biografia che arricchirà la biblioteca della Golgi-Redaelli.