Milano – Non era solo "attivo amministratore" di canali dell’Aast, un network russo di suprematisti neonazisti presente su Telegram, ma era anche stato nominato "nuovo leader". Un ventenne, originario della Romania e residente a Milano, è stato sottoposto all’obbligo di dimora nell’ambito di un’indagine dell’anti-terrorismo sul gruppo estremista e sulle sue ramificazioni in Italia. Dalle indagini della Digos, coordinate dalla Procura di Milano, è emerso che il giovane "sarebbe stato impegnato a creare e diffondere contenuti di propaganda di matrice suprematista, nazionalsocialista, antisemita/negazionista e filorussa". Incitava all’uso delle armi e di esplosivi artigianali - per la cui fabbricazione gli amministratori del gruppo, con finalità addestrative, diffondono numerosi manuali - da utilizzare per compiere "azioni delittuose funzionali a raggiungere gli obiettivi del sodalizio".
Inoltre, il ventenne è accusato di avere svolto costante attività di proselitismo e reclutamento per il gruppo, individuando anonimi utenti da arruolare come credenti e soldati di Aast per “impiegarli“ anche per azioni a basso impatto - come ad esempio lo squarcio degli pneumatici - contro persone che definivano come "subumani": non bianchi, islamici e nemici della causa. Attività, inoltre, di propaganda e reclutamento.
L’indagine è stata condotta nell’ultimo anno - sotto la direzione delle procure di Milano e Cagliari con il coordinamento della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo - dalle locali Digos in sinergia con il Servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo interno della Direzione centrale della polizia di prevenzione-Ucigos. Un 18enne cagliaritano, coinvolto nella stessa inchiesta e finito agli arresti domiciliari, è stato bloccato poco prima di mettere a segno un attentato alla sede della Caritas di via Fra Ignazio, a Cagliari, durante la cena di Capodanno con gli immigrati, ed era pronto a mettere a segno altre azioni violente contro sedi istituzionali come la Questura. Il giovane nel corso dell’ultimo anno, è stato tenuto costantemente sotto osservazione, 24 ore su 24, ed è emerso "un potenziale pericoloso di tutto rispetto", come ha sottolineato la questora di Cagliari Rosanna Lavezzaro.
Il 18enne, così come il ventenne romeno, faceva parte del gruppo Aast, sodalizio neonazista e filorusso attivo su Telegram, e "stava cercando di aumentare il suo prestigio all’interno con l’obiettivo di ‘scalare posizioni’ di vertice", ha spiegato il dirigente della Digos di Cagliari Antonio Nicolli. Per questa ragione si stava impegnando in vari test attitudinali per dimostrare essere pronto ad aderire agli ideali del gruppo di matrice suprematista. Da qui la decisione di mettere a segno un attentato alla Caritas per colpire gli immigrati in coda per la cena di Capodanno. Il giovane avrebbe voluto piazzare in via Fra Ignazio un ordigno artigianale, ma è stato fermato dalla polizia in centro prima che potesse agire: in auto aveva alcuni botti di natale che avrebbe usato per confezionare in casa la bomba. Il 18enne si era reso protagonista in passato di altri episodi di violenza a sfondo razzista: era stato ripreso mentre minacciava con un coltello uno straniero a bordo di un bus del Ctm, obbligandolo a scendere dal mezzo e insultandolo con frasi razziste. Accertate a suo carico anche atti di vandalismo sulle auto di immigrati.