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Rapina in gioielleria in zona Brera, arrestato un membro dei 'Pink Panthers'/ VIDEO

Le 'pantere rosa' hanno una tecnica famosa in tutto il mondo per i modi spregiudicati e spettacolari. Ricercati i due complici

Rapina in pieno giorno in una gioielleria in zona Brera (Frame video carabinieri)

Milano, 29 novembre 2018 - Individuati gli autori di una rapina in gioielleria a Milano, avvenuta in pieno giorno, il 20 dicembre 2017. La polizia ha infatti eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di uno degli autori, considerato appartenente al gruppo di  origine balcanica denominato 'Pink Panthers'. 

Le 'pantere rosa' sono  una banda di rapinatori professionisti composta anche da ex membri di forze militari o paramilitari dell'Ex Yugoslavia ora riconvertiti nei colpi di lusso particolarmente spettacolari e commessi in meno di un minuto. Un anno fa avevano svaligiato la gioielleria 'Paradiso Luxury' in via Pontaccio, zona Brera, con la loro tecnica famosa,  la cosiddetta 'smash & grab', ovvero 'distruggi e prendi'. La rapina era avvenuta alle 10.50: in due erano entrati fingendosi clienti e in 50 secondi avevano bloccato chi era in negozio con una pistola, un'arma al peperoncino, spaccato le vetrine interne, arraffato i preziosi, soprattutto orologi, per un valore superiore ai 200mila euro.  Poi, erano scappati, uno di loro in bicicletta.

L’attività investigativa svolta dagli agenti della Squadra Mobile con la stretta collaborazione dell’Interpol e della Federal Criminal Police Svizzera, oltre che del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Milano, ha portato ad identificare uno degli autori, già noto alle autorità elvetiche quale importante elemento di spicco dell’organizzazione 'Pink Pantehres', nonché i due complici, nei cui confronti sono in corso le ricerche in campo internazionale. Il fermato è un serbo di 36 anni con un passato militare. Gli investigatori sono arrivati a lui grazie a un errore commesso durante il colpo: spaccando la vetrina del negozio con un martello si è provocato una piccola ferita, lasciando così una firma genetica che è stata facilmente trovata nel database delle forze dell'ordine. Il 36enne, sebbene abbia agito a volto scoperto come un incensurato, ha precedenti per rapina commessi in diversi paesi, tra cui la Svizzera.

È qui, a Basilea, che lo scorso 25 agosto è stato arrestato dalle autorità elvetiche. Quando è stato fermato aveva solo un documento croato falso, per il resto non portava cellulare, portafogli o chiavi. Niente che potesse condurre a un nascondiglio o a un complice, altra peculiarità della banda. "Quando nel 2016 furono arrestati altri membri del gruppo subito dopo un colpo a Firenze, sotto la tuta erano nudi - ha raccontato il capo della Mobile milanese Lorenzo Bucossi - Questo per dare l'idea della loro disciplina e preparazione operativa".

Il 31 agosto Vucinic è stato estradato in Italia e tra un paio di giorni andrà a giudizio col rito abbreviato. Durante questo tempo non ha rilasciato alcuna dichiarazione. La rapina fu studiata con cura, le telecamere della zona hanno dimostrato che i sopralluoghi dei tre (altri due complici sono stati individuati ma attualmente restano ricercati) sono andati avanti per un giorno intero. Il colpo, invece, è durato solo 50 secondi. Gli investigatori hanno visionato oltre mille ore di video, sono perfino riusciti a scoprire che poco prima hanno fatto colazione in un bar ordinando un cappuccino corretto alla grappa.