Rapina, botte e minacce col machete nel Milanese: "Se denunciate vi ammazziamo"

Arrestati tre degli autori del pestaggio dell’Epifania a Melzo ai danni di due marocchini di 40 e 49 anni

L’indagine, condotta dai carabinieri di Melzo, ha portato ai tre arresti

L’indagine, condotta dai carabinieri di Melzo, ha portato ai tre arresti

di Monica Autunno

Minacciati con machete e coltello, presi a bottigliate in testa, a schiaffi, calci e pugni. Derisi e umiliati, rapinati di cellulari, monili d’oro, effetti personali e denaro contante. Infine, minacciati di morte: "Non parlate, o vi ammazziamo". Sono scattate l’altra sera le manette ai danni di due marocchini di 24 e 26 anni, uno senza fissa dimora e uno domiciliato in città, e di un ventiduenne melzese, ritenuti responsabili, con un quarto soggetto, di pestaggio e rapina di due marocchini di 40 e 49 anni, avvenuto a Melzo la notte dell’Epifania, in un appartamento in città dove tutti i coinvolti vivevano come affittuari. Le due vittime, quella notte, erano state medicate in pronto soccorso per ferite e contusioni guaribili in cinque giorni. Dopo l’allucinante sequenza i loro aguzzini avevano intimato loro di andarsene, e di tenere la bocca chiusa: "Non tornate più qui e non denunciateci perché altrimenti vi ammazziamo. Tanto non abbiamo paura: di nessuno e di niente". Tutto si verifica, dopo le due del mattino di quella sera, in un appartamento di via Aldo Moro, con camere affittate dal proprietario a lavoratori anche di passaggio. In una delle stanze vivevano allora le due vittime, 40 e 49 anni, originari del Marocco. Nello stesso alloggio, nel medesimo periodo, stazionavano gli altri quattro, i due marocchini e il giovane italiano arrestati e il quarto ragazzo.

Era ormai notte fonda "quando ho sentito bussare alla porta - così una delle vittime agli inquirenti - : era il mio connazionale che viveva nell’altra stanza, mi chiese delle sigarette, gliele diedi. Ma mi resi conto che stava per succedere qualche cosa". Pochi istanti, ed ecco il quartetto fare irruzione nella camera dei due; nelle mani di uno un machete, di un altro un coltello, del terzo una bottiglia di birra vuota. "Uno di loro mi colpì subito con tre schiaffi, il ragazzo italiano mi puntava il coltello sulla pelle, il terzo mi ruppe la bottiglia sulla nuca". Calci, pugni, colpi con il manico del machete e coltello puntato addosso anche per il secondo marocchino, denudato e umiliato per verificare ‘che non nascondesse altri soldi’, Una sequenza selvaggia durata almeno 40 minuti, una furia cieca quella degli aggressori, forse in preda agli effetti di stupefacenti, sordi alle suppliche dei due uomini: "Abbiate pietà di noi, potremmo essere i vostri padri". Dopo essersi impossessato di telefoni, soldi, monili d’oro ed effetti personali dei due malcapitati, il quartetto aveva fatto scendere i due uomini in strada. Prima di scomparire, le minacce. "Non tornate più qui. Noi non abbiamo paura delle forze dell’ordine, solo di Dio. E se parlate, vi ammazziamo". Peggio: "E comunque le forze dell’ordine non ci fanno nulla. Noi siamo intoccabili". Così non è stato. L’indagine, condotta dai carabinieri di Melzo, inchioda i tre arrestati alle loro responsabilità. Le accuse: concorso in rapina, lesioni personali e violenza privata. Incensurati i due marocchini finiti in manette. Non così il 22 enne melzese. Già noto da tempo per la sua condotta violenta, con precedenti per reati vari e ritenuto fra l’altro responsabile, in concorso con altri, del violento pestaggio a un volontario della Croce Bianca che si era verificato a Melzo qualche mese fa, durante un intervento di soccorso a una ragazza in difficoltà.

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