Milano, 12 gennaio 2016 - Chieste tre condanne per altrettante persone coinvolte nel caso di Marinella Colombo l'ex manager milanese che nel 2010 portò via da Monaco di Baviera, dove vivevano, i due figli avuti dal matrimonio con un tedesco. I pm di Milano Luca Gaglio e Giancarla Serafini hanno chiesto fino a 2 anni di reclusione per una donna americana, una libanese e un uomo tedesco. L'accusa al centro del processo, davanti alla nona sezione penale, è di sottrazione internazionale di minori. La libanese, J.G., in particolare, avrebbe assicurato alla Colombo «sostegno» per il suo piano di fuga con due piccoli che voleva portare nel Paese mediorientale. Per lei oggi i pm hanno chiesto un anno e 6 mesi. La Procura milanese, tra l'altro, aveva chiesto, attraverso rogatorie internazionali, l'arresto della donna, ma il Libano ha bocciato le richieste di estradizione.
Per l'americana K.H., invece, già arrestata nel luglio del 2012, i pm hanno chiesto 2 anni, mentre per il terzo imputato, il tedesco B.S., sono stati chiesti un anno e 9 mesi di reclusione. Nel novembre 2014, la Cassazione aveva confermato la condanna a un anno e 8 mesi per Colombo per sottrazione internazionale di minori e maltrattamenti. Insieme alla manager era stata condannata a dieci mesi anche sua madre, nonna dei due minori rapiti, ritenuta colpevole di aver aiutato la figlia a nascondere i bambini in Italia prima che fossero portati per un anno in Slovenia. Nel 2013, poi, sono stati condannati il francese Olivier Karrer e la tedesca Silvia Kalina, i quali, tra l'altro, avrebbero fatto parte di un'associazione per delinquere che «sotto l'egida del Ceed» avrebbe messo in atto una serie di rapimenti di figli di coppie divorziate. La libanese, in particolare, secondo l'accusa, avrebbe proposto «alla Colombo di raggiungerla con i figli a Beirut» e le avrebbe suggerito «una volta giunta in Libano di sposare un suo concittadino al fine di acquisire la cittadinanza». L'americana, invece, anche accusata di falso, avrebbe procurato alla Colombo «la disponibilità di un'imbarcazione» per il piano di fuga. La sentenza nel processo è attesa per il 16 marzo