
I militanti della destra in piazzale Susa
Milano, 30 aprile 2019 - Il corteo che parte di sorpresa. La reazione delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, di corsa per sbarrare la strada ai manifestanti in movimento. I neofascisti che spingono per forzare il blocco e la carica di polizia e carabinieri per fermarne subito la marcia. Scontri ieri sera alla manifestazione organizzata da Casapound, Forza Nuova e Lealtà Azione per commemorare come ogni anno Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani: almeno due persone, tra quelle che erano davanti, sono rimaste lievemente ferite; e un ragazzo è stato soccorso dall’ambulanza per un malore accusato nella calca e trasportato in ospedale in condizioni non gravi.
Prefettura e Questura avevano autorizzato un presidio “statico” in viale Argonne - a poche centinaia di metri dal luogo in cui il giovane militante del Fronte della Gioventù fu aggredito il 13 marzo 1975 a colpi di chiave inglese da esponenti di Avanguardia Operaia - negando il via libera alla fiaccolata da piazzale Susa. Proprio lì, invece, si sono radunate poco meno di mille persone, tra militanti di estrema destra e politici di Lega e Fratelli d’italia come Massimiliano Bastoni, Marco Osnato e Carlo Fidanza. L’obiettivo dichiarato: partire comunque in corteo per arrivare in viale Argonne. Alle 20.48, i militanti, che fino ad allora erano rimasti fermi all’angolo, sono partiti all’improvviso in viale Romagna direzione piazza Piola.
In testa al corteo c’erano tutti i leader dei movimenti neofascisti che avevano comunicato giorni fa l’intenzione di sfilare con fiaccole e bandiere (sostenuti da un appello di 63 tra parlamentari e politici locali, compreso il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa): da Gianluca Iannone di CasaPound a Duilio Canu di Forza Nuova, fino a Stefano Del Miglio e Fausto Marchetti di Lealtà Azione. Dopo un centinaio di metri, il gruppo ha trovato i reparti antisommossa di polizia e carabinieri schierati con scudi e manganelli: i militanti hanno provato a forzare il blocco, e in quel momento sono partite le cariche. Nella calca, un giovane è caduto mentre stava correndo verso la testa del corteo. A quel punto, tutti si sono fermati per chiedere aiuto e attendere l’arrivo del 118: il giovane, che al momento di salire in ambulanza ha fatto il saluto romano, è stato trasportato in ospedale in condizioni non gravi. Una volta allontanatasi l’ambulanza, è partita una trattativa tra dirigenti di polizia ed esponenti politici, in particolare Osnato, Fidanza e l’ex assessore regionale Viviana Beccalossi, per cercare di sbloccare la situazione. E alle 22,20 si è trovato l’accordo: i militanti, scortati dai reparti mobili di polizia e carabinieri, hanno camminato sul marciapiedi - evitando così di fare un corteo - imboccando via Beato Angelico fino a via Paladini, sotto casa di Ramelli.