Sola e senza cellulare, finge di aiutarla poi la stupra in parcheggio a Milano: condannato a oltre dieci anni

L’aggressione dopo una serata in discoteca in Corso Como. Il racconto choc della vittima: mi ha tirato due schiaffi in faccia e ha iniziato a minacciarmi dicendomi “ti sfregio, ti ammazzo”

Polizia in azione (foto di archivio)

Polizia in azione (foto di archivio)

Milano – Una condanna a 10 anni e 10 mesi: è quanto hanno stabilito i giudici milanesi nei confronti di un giovane marocchino, irregolare in Italia. Il 37enne era fermato quasi un anno fa con l'accusa di aver stuprato, nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile dello scorso anno, una ragazza che aveva trascorso una serata in una discoteca di corso Como. 

Stando alle indagini, la giovane aveva perso di vista un amico con cui era stata nel locale e non aveva più il cellulare, le chiavi di casa e alcuni gioielli. L'uomo le si è avvicinato per aiutarla e lei si è ritrovata, poi, in un parcheggio in piazza Einaudi, a circa un chilometro di distanza. Là il 37enne, con precedenti anche per rapina e violenza sessuale, secondo l'accusa, l'avrebbe violentata e aggredita per ore. “Mi ha tirato due schiaffi in faccia - ha messo a verbale la giovane - e ha iniziato a minacciarmi dicendomi (...) ti sfregio, ti ammazzo”. 

La sentenza è stata emessa oggi dalla nona penale di Milano (presidente del collegio Marco Di Mauro), a seguito delle indagini della Squadra mobile, coordinate dal pm Francesca Gentilini. Alla vittima, parte civile col legale Andrea Prudenzano, è stata riconosciuta una provvisionale di risarcimento da 50mila euro a carico dell'imputato, per il quale è stata disposta anche l'espulsione a pena espiata.

Stando all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che era stata firmata dal gip di Milano Sara Cipolla, si era trattato di una “violenza” messa in atto dal 37enne, fermato la sera del 2 aprile 2023, con “allarmante disinvoltura” per “annientare qualsiasi” capacità di difendersi da parte della vittima. Nella stessa ordinanza si faceva riferimento allo “spessore criminale” del 37enne, che aveva già violato un ordine di espulsione ed era “senza lavoro” e senza fissa dimora. E aveva pure "contatti in ambito criminale”.

L'uomo, interrogato il 5 aprile 2023 dal gip, aveva tentato di negare gli abusi sessuali commessi, secondo l'accusa, ai danni della giovane. La condanna di oggi ad oltre 10 anni con rito ordinario è arrivata tenendo conto della "recidiva specifica”, ossia perché nel passato dell'imputato c'era già una condanna definitiva per violenza sessuale.