Violentata dentro un parcheggio "Non costringermi a sfregiarti"

Lo stupro a 500 metri dal Bosco Verticale dopo una serata trascorsa in una discoteca di corso Como. La vittima, di 23 anni, senza più il telefono, si è fidata di uno sconosciuto. Fermato un marocchino di 37 anni.

Violentata dentro un parcheggio  "Non costringermi a sfregiarti"

Violentata dentro un parcheggio "Non costringermi a sfregiarti"

di Marianna Vazzana

MILANO

"Se non la finisci ti sfregio, se lo fai un’altra volta ti ammazzo". Il cambio di atteggiamento improvviso, dal fare gentile alle minacce con un coccio di bottiglia in mano non appena ha raggiunto un luogo appartato, al buio, in un parcheggio multipiano di piazza Einaudi a 500 metri dal Bosco Verticale: il “covo“ dove si è consumata la violenza sessuale ai danni di una ragazza di 23 anni italiana la notte tra venerdì e sabato. Fermato Imad Bourchich, trentasettenne marocchino senza fissa dimora e con precedenti, accusato di essere lo stupratore. La ragazza sarebbe rimasta nella sua morsa per ore, almeno 7 stando a una prima ricostruzione, visto che al mattino lui ha preteso di riaccompagnarla a casa e si è allontanato solo all’arrivo della coinquilina della vittima. Il fermo è scattato grazie alle indagini della polizia di Stato, coordinata dalla Procura, V Dipartimento. La serata-incubo comincia alle 23.40 di venerdì 31 marzo, quando la ventitreenne esce con alcuni amici per trascorrere la serata nella zona di corso Como. Il gruppo entra prima in un bar e poi, verso l’1, nella discoteca Tocqueville. La ragazza ricorderà poi di aver bevuto circa tre cocktail alcolici e di essersi sentita male. Tanto da avere la mente annebbiata al momento dell’uscita. Talmente tanto da non essersi neppure resa conto di aver indossato il cappotto. Parlerà di giramenti di testa e vuoti di memoria e di essersi ritrovata a un certo punto dentro un parcheggio interrato, dopo aver seguito uno sconosciuto. "Nei miei ricordi c’è una strada buia, era corso Como. Io continuavo a guardare a terra perché mi ero resa conto di non avere più il telefono", racconterà la vittima, rimasta pure senza le chiavi di casa, l’orologio, gli orecchini e una fedina che indossava, probabilmente rubati. "Questo ragazzo mi ha detto che sapeva dov’era il mio telefono e che mi avrebbe portato al telefono". Lei lo segue, convinta che insieme a lei ci sia anche uno dei suoi amici. Ma è sola, con quell’uomo. Che cambia atteggiamento quando raggiunge un parcheggio multipiano, entrando da una rampa di scale e raggiungendo il piano -2..

"Io gli ho detto che me ne dovevo andare ma lui mi diceva di andare giù, tirandomi". Poi, gli schiaffi e le minacce: "Se non la finisci ti sfregio, se lo fai un’altra volta ti ammazzo". Con un grosso pezzo di vetro. Al minimo tentativo di reazione, altre minacce: "Non costringermi a sfregiarti". Poi la violenza, su un telo giallo. Nonostante la vittima abbia più volte ribadito di non volere. "Non è giusto, non voglio. Ma Allah cosa ne pensa?". Si ritrova in trappola e in un momento successivo viene anche costretta a sniffare cocaina. "Io sono stato 9 anni in carcere e sono protetto da un mafioso", si sente dire. Il terrore aumenta.

È mattino ("forse le 10") quando la ventitreenne riesce a uscire dal parcheggio, “scortata“ s dall’uomo che pretende di accompagnarla a casa prendendo insieme i mezzi pubblici, dopo essere stati in un bar. I filmati delle telecamere immortalano un atteggiamento respingente della ragazza nei confronti dell’uomo. All’arrivo a casa, non c’è nessuno. Sarà poi la coinquilina della giovane ad allontanare quell’uomo e a chiamare il 112, mentre l’amica viene trasportata in ambulanza alla Clinica Mangiagalli dove la violenza sarà accertata. Prognosi: 21 giorni. I poliziotti della Squadra Mobile e dell’Upg, coordinati rispettivamente dai dirigenti Marco Calì con il funzionario Stefano Veronese e Giuseppe Schettino, troveranno nel parcheggio il telo, i cocci di bottiglia e gli oggetti del “rifugio“ descritti dalla ragazza. Sabato, mentre erano in corso i rilievi della Scientifica, Imad Bourchich è stato bloccato: stava rientrando nel suo accampamento e, vedendo gli agenti, ha cercato di allontanarsi. Invano. Il pm di Milano Francesca Gentilini ha inoltrato al gip Sara Cipolla la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare, anche perché l’uomo ha precedenti: nel 2019, in provincia di Brescia, aveva aggredito con altri complici un’automobilista, rapinandola e palpeggiandola, finendo in carcere per due anni e mezzo. In Italia da 15 anni, è regolare dal 2021.

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