Paola Severini
Melograni
Cara nonna Paola, ho letto che sono state pubblicate le lettere di Giulio Andreotti a sua moglie Livia, che riguardano un periodo, dal dopo guerra agli anni 70, tanto diverso da quello di oggi e tanto lontano nel tempo. Le ho comprate e che le posso dire: mi ci sono ritrovata, mi sono piaciute tanto. Io sono nata nel 1932, ho 90 anni fra pochissimi giorni. Non mi prenda per una nostalgica ma quanto vorrei politici ben educati, dignitosi, modesti, come ho ritrovato in queste lettere! Non voglio dire che si stava meglio quando si stava peggio ma in questo libro ho ritrovato una cosa che mi sembra perduta: la buona educazione!
Nonna Andreina
Cara collega nonna Andreina, non la prendo per una nostalgica bensì per una persona per bene… io non sono nata novant’anni fa ma sono nonna di quattro nipoti ai quali tento di insegnare almeno a dire grazie e per favore, a mangiare seduti, a finire quello che c’è nel piatto, a non alzare la voce… le lettere che compongono l’epistolario datano dal 1946 al 1970. Altro mondo, altra Italia, altro “sistema famiglia“. Ma io credo che noi diventiamo quello che siamo grazie a ciò che i nostri genitori e nonni si impegnano a fare per noi, nella maggior parte dei casi. Il passato come diceva Giuseppe Verdi, può illuminarci, cito le sue parole "torniamo al passato, sarà un progresso!". Io ho conosciuto bene Giulio Andreotti e Livia Danese Andreotti ha pagato in termini di immagine e soprattutto di memoria, un prezzo spaventoso nell’ultima parte della sua vita e non corrispondente alla realtà. Lo ha dichiarato il professor Giuseppe de Rita, mi conforta non essere sola a pensarlo. Livia Andreotti è stata una grande donna, una compagna e una madre che dovrebbe ancora oggi essere un modello. Il tempo è la storia ci permetteranno di analizzare tante vicende politiche e personali in altro modo. Il nostro è un Paese senza memoria, sta a noi fare in modo che i ricordi non si smarriscano del tutto.
Sua Nonna Paola
mail: severini.paola@gmail.com