LUCA ZORLONI
Cronaca

Milano, scatta la rivolta dei fattorini fantasma

La protesta: "Le nostre condizioni di lavoro devono migliorare"

Riders in un'immagine di repertorio (Afp)

Milano, 13 luglio 2017 - Un tempo si chiamavano fattorini. Poi sono diventati pony express. Ora sono i rider. Sono la forza lavoro dell’economia dei lavoretti. Un pilastro senza cui non si reggerebbero in piedi gli affari di gruppi internazionali come Foodora, Deliveroo, Glovo e Uber Eats. Giganti con fatturati a sei zeri, ma appoggiati sui piedi d’argilla di una forza lavoro che in mano non ha lo straccio di un contratto. Per questo sabato l’esercito dei fattorini scenderà in piazza. «Perché le nostre condizioni di lavoro debbono migliorare. E le nostre richieste non caschino mai più nel vuoto del silenzio di un clic», scrivono i fattorini sulla pagina Facebook di Deliverance Strike Mass, lo sciopero organizzato per sabato in piazza XXIV Maggio, dalle 19,15. La manifestazione vuole ricalcare le proteste dell’anno scorso a Torino, quando i fattorini di Foodora hanno alzato la voce contro le condizioni di lavoro della manovalanza del food delivery. La protesta consisterà in una biciclettata per le strade della movida milanese.

Ma chi c'è dietro la regìa dell’evento? La Deliverance Strike Mass è una mobilitazione organizzata dal gruppo “Deliverance Milano” e alle spalle ha il laboratorio “Off Topic Milano”. Una delle anime più critiche del movimento No Expo, che ha infiammato il dibattito sul grande evento durante la costruzione e si è poi spento dopo la piega violenta delle manifestazioni del primo maggio 2015, quando un gruppo di black bloc ha lanciato molotov e danneggiato auto e negozi in zona Cadorna. Ora Off Topic ha deciso di dar voce al malessere dei fattorini. Già durante il Gay Pride alcuni dimostranti avevano protestato contro la presenza di Deliveroo, che ha partecipato al corteo con altre aziende a favore dei diritti della comunità lgbtq. E Deliverance Milano ha pubblicato su Facebook un vademecum per i fattorini che vogliono scioperare. «Deliveroo dice che sei un “lavoratore autonomo”? Perfetto! Sabato non lavorare!

È l’unico diritto che hai, trasformalo in un tuo vantaggio», si legge. «Paccali – è il secondo consiglio – Ti chiamano dal call center? Sabato non puoi, ti dispiace». Gli organizzatori consigliano di camuffarsi o usare maschere se si temono ritorsioni. O chiedere una bici in prestito se la propria è riconoscibile. L’invito è a scendere in piazza per conoscere altri lavoratori nelle stesse condizioni. Anche la Cgil ha acceso un faro sui lavoratori del food delivery. L’ufficio milanese Nidil, sigla dei precari, ha già incontrato alcuni fattorini per approfondire le condizioni di lavoro. E a livello nazionale ha chiesto un incontro alle aziende per vederci chiaro. Finora senza risposta.