Protesta al Golgi-Redaelli "Turni massacranti per infermieri e operatori"

Denuncia e presidio dei sindacati: condizioni di lavoro inaccettabili, serve un cambio di passo. L’appalto alla cooperativa al centro delle critiche, si chiede una gestione diretta.

"Condizioni di lavoro inaccettabili, serve subito un cambio di passo". Ieri, infermieri, operatori e ausiliari esternalizzati dalla Golgi-Redaelli - in tutto un’ottantina di persone - hanno manifestato ai cancelli della casa di riposo di Vimodrone "contro turni che arrivano anche a 15 ore - spiega Silvio Sanfilippo della Fp-Uil - problemi che abbiamo rappresentato in tanti tavoli senza ottenere una risposta". "Non è cambiato niente", aggiunge Francesco innocente dell’Usb, l’altra sigla al fianco degli operatori. "Il personale dipende dalla cooperativa ‘In cammino", ma la gestione non funziona come sa bene chiunque frequenti i reparti, ora tre ceduti all’esterno, ma nell’aria c’è un ampliamento di questa formula e noi vogliamo evitare il ripetersi di condizioni di lavoro sotto standard consoni - chiariscono i sindacalisti -. Asa o oss sono costretti ad allungare la permanenza in servizio, sono troppo pochi, ma ai piani alti fanno finta di nulla. Senza contare che spesso vengono cambiati i turni senza preavviso, oltre al danno, la beffa della mancanza di rispetto della professionalità altrui. Eppure senza quel che fanno loro, il servizio non andrebbe avanti".

A novembre la direzione dell’istituto aveva chiarito che si tratta "di un appalto genuino", così la legge definisce "una commessa interamente gestita da chi se la aggiudica" e toglie voce in capitolo al committente, ora precisa che "il contratto è in scadenza". Male sigle vogliono vedere fatti: "Queste persone dovrebbero essere alle dirette dipendenze dell’istituto e non più di terzi, come succede ormai da tempo. Solo così si eviterebbe il ripetersi di situazioni che costringono tutti a fare i salti mortali". Non solo. "Infermieri e ausiliari della coop sono arrivati al punto di comprarsi il materiale per lavorare, mancano i guanti. A loro va il plauso per il senso di umanità che mettono in quel che fanno ogni giorno. Pur di non venire meno al proprio dovere spendono soldi di tasca propria".

Barbara Calderola

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