Milano, 13 febbraio 2015 - «No alle zone a luci rosse, sì alle cooperative di prostitute». L’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, a margine della Commissione Pari oppurtunità, riapre il dibattito sulla regolamentazione del mestiere più antico del mondo. L’esponente del Pd rilancia «a titolo personale, non a nome della Giunta» una proposta del Duemila firmata da Livia Turco quando era ministro della Solidarietà sociale durante il Governo Amato: riformare la legge Merlin, quella che vieta la riapertura delle case chiuse, consentendo alle lucciole di associarsi in cooperative per esercitare la professione nelle case e non in strada. Secondo l’assessore democratico si tratta di una soluzione migliore rispetto alla creazione di zone a luci rosse, una proposta del sindaco di Roma Ignazio Marino rilanciata a Milano nei giorni scorsi del capogruppo di Sel Mirko Mazzali. «Con le zone a luci rosse si rischia la ghettizzazione – sottolinea Majorino –. Chi le propone a Milano, oltretutto, dovrebbe dire dove vuole farle».
La proposta di superare la legge Merlin è condivisa anche da un altro assessore del Pd, Carmela Rozza: «È necessario regolamentare la prostituzione, tutte le forze politiche dovrebbero impegnarsi in questo senso. L’obiettivo principale, però, deve essere quello di evitare qualsiasi forma di schiavismo delle donne». Qualche dato. Il Servizio Tratta del Comune solo nel primo semestre del 2014 ha preso in carico 49 persone (32 donne e 17 uomini). «Il primo tema è la liberazione di queste persone», aggiunge Majorino, il quale dà atto al sindaco Marino di «aver riaperto il dibattito su un problema che si continua a rinviare». Nei mesi scorsi la Lega ha raccolto firme per un referendum sull’abolizione della legge Merlin e la riapertura delle case chiuse. L’esempio citato dal segretario lumbard Matteo Salvini è quello del trans Efe Bal, che chiede di poter pagare le tasse per la professione esercitata in casa sua.
Il referendum del Carroccio sulla prostituzione è stato firmato anche dal capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella: «Milano avrebbe dovuto tentare di risolvere il problema prostituzione in tempo per l’Expo. Durante l’Esposizione universale, infatti, è probabile che arrivino molte prostitute da fuori città. È inutile nascondersi, il problema c’è e va affrontato». Tatarella, però, non si sbilancia sulla soluzione da adottare: zona a luci rosse, riapertura delle case chiuse, cooperative di prostitute? «L’obiettivo deve essere quello di togliere la prostituzione dalle strade». Il capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Osnato, infine, afferma che il suo partito ha una proposta secca: «Riapertura delle case chiuse».
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