
Rho (Milano) - Un momento di commemorazione in via Morandi a Rho, nel luogo dove il 12 maggio è stato trovato il corpo di Blessing Tunde, 25 anni, prostituta nigeriana. Questa mattina la comunità rhodense, insieme al Centro antiviolenza Hara, all’associazione Lule, Casa delle Donne di Rho, si ritrova "per dimostrare cordoglio e vicinanza a chi si trova in Italia, lontano dal suo paese, soggetto di tratta e obbligato alla prostituzione".
A una settimana dal ritrovamento del cadavere nell’area di campagna a Mazzo di Rho, dove la 25enne era solita prostituirsi, la sua morte è avvolta dal mistero. Nessuno vuole dimenticare l’accaduto. "Mi addolora profondamente quando una donna è uccisa – dice il sindaco Pietro Romano –. In questo caso una 25enne, lontana dal suo Paese, vittima di un sistema di sfruttamento e violenza. Le forze dell’ordine indagano sul caso e mi auguro che presto sia fatta luce sulla sua morte. Il tema della prostituzione resta una ferita aperta. Per questo, insieme all’associazione Lule, che da anni opera sul nostro territorio e si batte contro la tratta, avevamo in programma una manifestazione di sensibilizzazione sul tema, rinviata a causa del Covid. Questa morte tragica ci spinge a impegnarci ancora di più contro lo sfruttamento delle donne".
Le indagini del Nucleo Investigativo di Milano, coordinate dal pm di Milano Grazia Colacicco, continuano. Gli inquirenti attendono l’esito dell’autopsia e stanno facendo analisi sui reperti trovati accanto al corpo: la borsetta, la tessera sanitaria e le treccine della parrucca che la ragazza indossava, avvolte al collo con un doppio giro. Non è ancora stato ritrovato il cellulare. La Tunde era sparita il 3 maggio da Novara dove viveva insieme a una connazionale. Era stata quest’ultima a dare l’allarme il 7 maggio, quando non l’ha vista rientrare. Qualche giorno dopo la tragica segnalazione, il suo corpo è stato ritrovato tra i cespugli in via Morandi. L’amica aveva indicato Rho come ultimo luogo da cui aveva ricevuto notizie: la 25enne l’aveva chiamata per dirle che si trovava in città per comprare una borsetta.
Sul corpo non sono stati trovati evidenti segni di violenza e non sembra che la donna abbia dovuto lottare o difendersi, anche gli abiti che indossava erano in ordine. Il medico legale ha accertato lividi sul collo compatibili con una morte per asfissia. Il fascicolo aperto in procura è per omicidio ma non si escludono nemmeno altre cause. Secondo gli inquirenti la morte potrebbe risalire a tre o quattro giorni prima del ritrovamento.