
Piergianni Prosperini
Milano, 10 novembre 2014 - La Corte d'Appello di Milano ha ridotto da 3 anni e 6 mesi a 1 anno e 8 mesi la condanna per l'ex assessore regionale lombardo Piergianni Prosperini, accusato di corruzione e emissione di false fatture in relazione ad una presunta tangente da diecimila euro che avrebbe incassato da Luca Spagnolatti, imprenditore valtellinese, condannato in secondo grado a otto mesi.
Prosperini, già coinvolto in altre vicende giudiziarie, stando alle indagini del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pm Paolo Storari, nel novembre del 2009 avrebbe ricevuto 10 mila euro da Spagnolatti, una presunta mazzetta che sarebbe servita per far assegnare all'imprenditore la progettazione, la realizzazione e la fornitura a noleggio di stand in occasione della Borsa Italiana del Turismo, la Bit, per una spesa, da parte dell'assessorato al Turismo, allora guidato da Prosperini, di circa 300 mila euro. Per questa accusa Prosperini, nel luglio 2011, era stato destinatario di una nuova misura di arresti domiciliari, dopo che aveva già patteggiato 3 anni e 5 mesi con l'accusa di aver intascato altre mazzette per appalti legati alla promozione televisiva del turismo (ha già concluso da tempo il suo periodo di affidamento in prova ai servizi sociali).
Oggi la seconda sezione penale della Corte d'Appello (presidente del collegio Fabio Paparella) ha portato a un anno di reclusione la pena per l'emissione di fatture false per Prosperini, perché gran parte dei fatti contestati sono caduti in prescrizione, mentre per l'ipotesi di corruzione ha applicato la continuazione con il patteggiamento: 8 mesi di pena. Un totale, dunque, di 1 anno e 8 mesi. I legali dell'ex assessore, gli avvocati Rino Enne e Concetta Miucci, faranno ricorso in Cassazione.