"Pronto, compra azioni Diasorin" A giudizio presidente del San Matteo

Alessandro Venturi imputato di insider trading: sapendo della validazione a Pavia del test sierologico avrebbe invitato il collega dell’istituto Besta a investire in Borsa. Stessa accusa per l’ad dell’azienda

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Giochi di Borsa sfruttando il successo del test sul virus. È insider trading l’accusa da cui dovranno difendersi davanti al tribunale l’amministratore delegato di Diasorin Carlo Rosa e il presidente del San Matteo di Pavia Alessandro Venturi, imputati per aver investito sul titolo della multinazionale farmaceutica per un guadagno complessivo di 5.500 euro grazie a informazioni privilegiate. Il gup Domenico Santoro li ha rinviati a giudizio accogliendo la richiesta del pm Stefano Civardi. Se ne riparlerà davanti alla prima sezione penale del tribunale a partire dal prossimo 14 aprile.

"Non ho mai pensato di speculare sulla salute delle persone, è lontano dalla mia storia personale e dalla mia etica", ha dichiarato Venturi aggiungendo: "Non ho mai comprato né consigliato ad alcuno di comprare azioni Diasorin. Anzi, ho sempre raccomandato a tutti di stare attenti quando si trattano cose così delicate". Ma stando al capo di imputazione, Venturi, presidente dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico pavese, il 2 aprile del 2020, in piena pandemia, avrebbe comunicato via WhatsApp al collega Andrea Gambini, pure lui presidente ma di un altro istituto scientifico lombardo, il Besta di Milano, che era "pronto il sierologico di Diasorin" e che il test per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti positivi al Coronavirus era stato "validato oggi".

Gambini il giorno dopo, secondo il capo di imputazione, comunicò, sempre con un messaggio, la notizia a Francesco Bombelli, consigliere dell’ospedale milanese: "Se vuoi fare l’investimento che ti ho detto entro le 17.30", "lunedì annuncio". I due, ipotizza il pm, acquistarono quindi azioni della multinazionale, rivendendole in seguito al rialzo del titolo registrato dopo il 7 aprile quando, a borse chiuse, la notizia “price sensitive“ venne comunicata al mercato. Bombelli e Gambini, si legge sempre nell’atto, "sfruttavano l’informazione" per comprare, il primo 150 azioni e il secondo 130, realizzando dalla vendita una plusvalenza rispettivamente di 1.300 e 1.500 euro. Di un identico comportamento è stato accusato Rosa, ad di Diasorin, che avrebbe girato l’informazione privilegiata a un amico, il quale guadagnò poco meno di 3mila euro.

Il legale di Venturi, l’avvocato Fabrizio Gnocchi, ha sempre sostenuto che si trattò di uno scambio di informazioni "istituzionale", nel quadro di una collaborazione tra Irccs ai fini della ricerca scientifica per trovare adeguate cure anti Covid.

Sempre sul test sierologico Diasorin, nelle scorse settimane la Procura ha chiesto invece l’archiviazione dell’inchiesta su una presunta “duplice turbativa” d’asta. Sotto la lente era finito proprio l’affidamento diretto alla multinazionale, da parte di Aria spa, la centrale acquisti regionale, della fornitura di 500mila kit per test sierologici per un valore di 2 milioni di euro. E la gara, che avrebbe potuto favorire ancora Diasorin ma che non si era conclusa, sempre sui “kit test”, tra aprile e maggio del 2020 in piena prima ondata della pandemia.

Un paio di settimane fa, però, i pm Civardi e Francesca Celle hanno chiesto di archiviare la posizione dell’unico indagato per turbativa, il professore Fausto Baldanti che in quel periodo era allo stesso tempo componente del Comitato tecnico scientifico istituito da Regione Lombardia per fare fronte alla pandemia e responsabile del laboratorio di virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia. Le indagini si erano concentrate proprio sulle possibili anomalie dell’affidamento diretto e della gara anche per il ruolo di Baldanti nelle due vesti, dato che il San Matteo aveva stretto una convenzione finalizzata alla validazione dei test Diasorin. La Procura, però, è giunta alla conclusione che "l’ordinativo diretto di test" a Diasorin da parte di Aria "assume un valore poco significativo" rispetto "al volume di acquisti in campo sanitario" per l’emergenza Covid. Inoltre, hanno concluso i pm, "davanti alla prospettiva di salvare vite umane per fronteggiare l’emergenza, presto declinata in debacle", erano "giuridicamente legittimi affidamenti diretti". In più, quella "“sponsorizzazione“ di Diasorin da parte del prof. Baldanti" aveva una "connotazione non necessariamente penalmente rilevante".

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