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In auto per 700 euro a testa. Ecco come si arricchiscono i trafficanti di rifugiati siriani

Via Aldini, viaggio nel centro d’accoglienza profughi di Nicola Palma

Profughi, il viaggio verso il Nord (Newpress)

Milano, 5 ottobre 2014 -«SORRY, sorry. Ticket, ticket». Papà, mamma e due bambini sono usciti senza salutare nessuno, con borsoni e zaini in spalla. Si sono dimenticati di riconsegnare il pass in portineria. Devono sbrigarsi: in una stradina deserta li attende col motore acceso e il portellone posteriore già alzato una monovolume con la targa francese. È la loro speranza di futuro lontano da Milano. L’ultima tappa di una drammatica odissea. Quell’auto nell’ombra li porterà in poche ore in Germania, dove li attendono parenti e amici. Via Antonio Aldini, notte fonda: così si muovono i profughi siriani ospitati nel più grande centro d’accoglienza allestito dal Comune e gestito dalla Fondazione Progetto Arca. Ci restano qualche giorno al massimo, se hanno denaro a sufficienza in tasca. Giusto il tempo di contrattare il prezzo del viaggio. Sì, perché in quest’angolo di periferia tra Quarto Oggiaro e Vialba, a pochi chilometri dal sito dove fervono i lavori per l’Esposizione Universale del 2015, comandano i trafficanti. Egiziani in larghissima parte, si fanno pagare carissimo per organizzare le traversate verso Nord.

Il tariffario è fisso: 700-800 euro per i grandi, 350 per i bambini. Funziona così. Appena arrivati dalla Stazione Centrale, i migranti in fuga dalla guerre in Medioriente (ci sono pure palestinesi e curdi) si sistemano alla meglio su uno dei 500 letti della struttura. Bashar lo confessa senza troppi problemi: «Staremo qui per poco, non vediamo l’ora di andarcene». Come? «Il giro è sempre lo stesso da un anno», ci racconta Omar, mediatore culturale che sta seguendo dall’inizio l’emergenza umanitaria. Chi ha intenzione di partire se ne va in largo Boccioni: è proprio lì, tra una pompa di benzina e il posteggio taxi, che si tiene la trattativa. Seduti ai tavolini di un kebab dove detta legge un certo M.A., quasi certamente all’insaputa dei gestori del locale. Nel quartiere lo sanno bene. E tacciono. Del resto, mormorano tra i caseggiati popolari di via Zoagli, «va bene a tutti». Compresi i delinquenti della zona. Ecco la scena di un tardo pomeriggio di fine settembre: il marito parla fitto con due persone, la moglie e i figli se ne stanno in disparte a mangiare falafel e patatine. Arriva l’ok, si parte stanotte. Poco dopo le 23, la famiglia sbuca fuori dal cancello di via Aldini e sparisce senza dare troppo nell’occhio tra le auto in sosta. Giù per via Fabrizi, fino all’angolo con via V Maggio. Sotto lo sguardo attento di due vedette in sella a uno scooter.

L’autista al volante lampeggia: è il segnale che aspettano. Su in macchina, si va. Prima, però, bisogna consegnare il denaro: metà all’inizio, l’altra metà alla fine. Non sempre fila tutto liscio, a dir la verità. È successo più di una volta che i profughi siano stati lasciati per strada: «Siete arrivati», la rassicurazione. E invece erano solo a Bolzano. «Così sono ritornati qui – rivela un operatore – l’unico posto che conoscono». E che, per gli arabi, porta bene: «Al-Dini» nella loro lingua vuol dire «Il Religioso». Ad altri, invece, è andata persino peggio: rapinati di bagagli e documenti, si sono ritrovati completamente sperduti nelle campagne del Piemonte.

Le rotte sono ormai consolidate: i passeurs, che prendono almeno il 50 per cento del malloppo e di solito sono albanesi o marocchini, preferiscono la tratta Ventimiglia-Parigi-Metz. «È più sicura per loro, al confine francese ci sono molti meno controlli», spiega Omar. Decisamente rischiosa l’alternativa Bolzano-Brennero-Austria-Monaco di Baviera, specie se si sceglie un veicolo immatricolato in Italia: basti ricordare il caso dei tassisti finiti in manette nel settembre del 2013 e condannati per trasporto di clandestini. O, episodio più recente, i noleggiatori veneti arrestati dalla polizia tedesca: uno di loro era venuto a caricare in via Aldini. Il romeno bloccato due giorni fa e denunciato a piede libero ha fatto ancora meno strada: gli agenti lo hanno intercettato all’altezza dello svincolo di via Padova della tangenziale Est, sulla sua Volkswagen c’erano quattro siriani che avevano pagato 200 euro a testa per raggiungere la stazione di Verona. Alcuni, infatti, scelgono il treno per sparire da un Paese in cui non hanno alcuna intenzione di rimanere (solo 47 richieste di asilo su 43mila presenze totali).

Così si affidano a chiunque: ad esempio, ci sono italiani che si fanno pagare 10 euro (anche se il biglietto costa solo 1,50 euro) per accompagnarli alla vicina fermata Certosa del Passante ferroviario o 20 euro per un passaggio in Centrale. Per l’aereo, invece, sono necessari documenti falsi. Ed è allora che entra in gioco una banda di egiziani specializzata nella produzione di certificati contraffatti: 300 euro per ogni passaporto o carta d’identità. Insomma, una rete altamente specializzata. Che, calcolatrice alla mano, si è arricchita illecitamente negli ultimi mesi: se è vero che dal centro di via Aldini sono via via ripartite 2.000-3.000 persone, stiamo parlando di un giro d’affari a sei zero.

«Abbiamo più volte allertato le forze dell’ordine – fa sapere Omar –. Ci hanno risposto che stanno indagando». Finora, però, di risultati apprezzabili non se ne sono visti. Quelli di Arca sono riusciti quantomeno a evitare che i trafficanti scorrazzassero come nulla fosse tra i corridoi dell’ex scuola elementare per stringere accordi con i profughi. Il resto non spetta a loro. «Il Governo fa finta di non vederli – ha attaccato venerdì l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – perché così ritiene di non doversene occupare». In realtà, la situazione sta lentamente migliorando in via Aldini: prima arrivavano 100 migranti al dì, oggi il numero si è ridotto a una ventina. «Credo che il calo sia legato all’apertura della tendopoli di Bresso», ragiona Omar. Detto altrimenti: il problema si è spostato fuori città. Ma i trafficanti possono traslocare con facilità. Finché ci sarà richiesta, loro saranno nei paraggi. A meno che qualcuno non li fermi in tempo.

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