Emergenza profughi,il sindaco Pisapia: Milano ha fatto la sua parte, no a nuovi profughi

Nove i centri d'accoglienza compreso Bresso hanno dato ricovero a 1.300 migranti nella notte fra domenica e lunedì. Presidi pro e contro l'accoglienza Immigrazione: il tema dell'incontro fra Renzi e Hollande e Cameron a Expo SONDAGGIO - E' giusto continuare ad accoglierli? Votate

Profughi, la Protezione civile controlla la situazione in Stazione Centrale

Profughi, la Protezione civile controlla la situazione in Stazione Centrale

Milano, 15 giugno 2015 - "Milano e l'amministrazione hanno già fatto la loro parte, e continueranno a farla. La catena di solidarietà è stata straordinaria", ma "più di così Milano non può fare". Così il sindaco Giuliano Pisapia spiega in una nota la richiesta avanzata, e cioè "che non vengano inviati ulteriori profughi in città". "Con il ministro oggi abbiamo fatto importanti passi avanti per affrontare le criticità dovute al grande afflusso di profughi a Milano - continua il sindaco Pisapia. Siamo costantemente impegnati per conciliare, come sta accadendo, il decoro della città, la legalità, la sicurezza e i bisogni dei cittadini, con il doveroso aiuto a chi scappa dalla fame e dalle guerre". "Abbiamo, inoltre, ottenuto l'immediata consegna degli spazi del Dopo Lavoro Ferroviario, inutilizzato da molto tempo - ricorda il primo cittadino -, come luogo dove accogliere dignitosamente i profughi, evitando così che la prima assistenza avvenga negli spazi antistanti la Stazione. Da domani, poi, si potrà utilizzare il C.a.r.a., Centro assistenza richiedenti asilo, anche per i profughi arrivati in questi giorni"

Dichiarazioni quelle di Pisapia giunte al termine di una riunione in prefettura alla quale hanno partecipato anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, il prefetto Francesco Paolo Tronca e il parlamentare dell'Ncd ed ex ministro Maurizio Lupi. Lo scopo era fare il punto sulla situazione nell'arrivo dei profughi a Milano.

Nelle strutture messe a disposizione dal Comune di Milano hanno dormito 1300 profughi nella notte fra domenica e lunedì. Un'accoglienza gestita di concerto con terzo settore e prefettura. In Stazione Centrale il sorgere del nuovo sole ha sorpreso una trentina di immigrati accanto al banco dei volontari del Comune, vicino alle strutture in plexiglas utilizzate per lo smistamento e la primissima accoglienza, per ricevere la colazione. In uno dei due spazi, altri volontari stanno sistemando i generi di prima necessità chemilanesi continuano a donare. Al presidio sanitario, aperto dalle 9 di stamane, sono iniziate le visite mediche.

PRESIDI PRO E CONTRO - Nel pomeriggio il piazzale davanti alla Stazione è diventato teatro di due diversi presidi. Da una parte hanno manifestato diverse decine di rappresentanti di associazioni e di partiti di sinistra - soprattutto ragazzi e persone che lavorano con gli immigrati - per segnalare solidarietà agli stranieri: 'Welcome refugees' si leggeva in uno striscione, accompagnato dallo slogan 'L'emergenza sono i diritti'. Dall'altra parte, ad alcune decine di metri e oltre un discreto cordone di polizia, hanno invece manifestato alcune decine di leghisti (la metà rispetto all'altro presidio) proprio contro l'accoglienza dei profughi. In testa i giovani padani, che hanno retto uno striscione con la scritta 'Difendiamo Milano', e hanno intonato slogan come 'Non abbiamo fratelli mussulmani' e 'Quattro milioni di disoccupati, non c'è più spazio per immigrati'. Molti i curiosi attorno. Nel piazzale di fronte alla stazione Centrale è stata improvvisata anche una partita di calcetto, nell'ambito della manifestazione 'pro', a cui partecipano ragazzi di diverse nazionalità.

CENTRI ACCOGLIENZA - "Ieri notte - spiegano da Palazzo Marino - alla chiusura dell'hub, temporaneamente allestito presso due spazi commerciali sotto al Galleria delle Carrozze, sono state registrate 464 persone di cui 141 componenti famiglie con minori (siriane, eritree ed etiopi) e 322 singoli tra siriani, eritrei, etiopi e di altre nazionalità". Inoltre, "il Comune è al lavoro per aumentare la capienza del Centro di via Corelli fino a 300 posti (ora sono 200) dove sarà operativa anche la Croce Rossa"Le strutture impegnate nell'accoglienza profughi in città sono quelle di via Corelli (ex Cie), via Salerio (Coperativa Farsi Prossimo - Caritas Ambrosiana), via Aldini e via Mabretti (Fondazione Progetto Arca), via Betti e via Saponaro (Fratelli di San Francesco), via Martinelli e via Pollini (City Angels) e Bresso (Croce Rossa).

STRESS SIRIANI - Il presidio sanitario allestito davanti alla Stazione centrale di Milano per i profughi ha effettuato "170 visite complessive da venerdi' e 22 questa mattina". "La maggior parte delle visite e' passata ad essere dagli eritrei ai siriani e sono cambiate le patologie", ha sottolineato Giorgio Ciconali, direttore dell'Ufficio di Igiene dell'Asl di Milano. Infatti "gli eritrei presentano soprattutto malattie della pelle come la scabbia (oggi tre o quattro casi), mentre i siriani hanno mal di testa e mal di pancia da stress". Le patologie dei siriani sono spiegabili col fatto che "si tratta di persone appartenenti a classi intermedie che fino a poco tempo fa stavano bene e adesso soffrono a causa della guerra". "Da venerdì a domenica, sono giunti 150 cittadini eritrei. Per la maggior parte di loro sono registrati casi di scabbia. Alcuni avevano i segni di scabbie pregresse, ma gli eritrei sono abituati praticamente da sempre alla guerra e quindi non hanno lo stesso tipo di stress dei siriani - secondo quanto riferito - zero malattie della pelle, zero scabbia, ma si stanno bucando lo stomaco a furia di stress".

VOLONTARI IN AZIONE -  Superata la grave emergenza dei giorni scorsi, in stazione Centrale. Così dicono i volontari che anche stamani nella Galleria delle Carrozze hanno gestito l'assistenza ai profughi. "Quando c'e' un po' di organizzazione e di ordine, e' tutto piu' facile", dice Diana De Marchi, tra le volontarie che distribuiscono bevande e viveri. Ordinatamente in coda i migranti, soprattutto giovani eritrei, in fuga dalle costrizioni del servizio militare nel loro Paese. E' per loro che arriva una delle indicazioni concrete, per i tanti milanesi che stanno spontaneamente portando generi di prima necessita' in stazione per i profughi: "Non servono tanto vestiti di taglie grandi: sono ragazzi e di taglia piccola, chi ha indumenti taglia 46-48, vanno benissimo". 

"ECCESSO SOLIDARIETA'" - «Siamo costretti a chiedere ai milanesi di non portare più qui in stazione cibo e vestiti ma direttamente ai centri di accoglienza della città»: questo l'appello che l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino ha rivolto ai cittadini che nell' emergenza immigrati hanno mostrato in questi giorni addirittura un «eccesso di solidarietà», l'ha definito l'assessore. Passata l'emergenza, gli stessi volontari ora stanno cercando di spostare l'afflusso delle donazioni dalla stazione verso i centri di accoglienza, in via Aldini, via Martinelli, via Corelli. Ora le necessita' sono cambiate: non piu' tanto i viveri, quanto prodotti per l'igiene personale, biancheria intima e, appunto, vestiti da uomo di taglia piccola. L'invito, per chi vuole dare una mano, e' di consultare la pagine Facebook del Comune, dove a breve saranno pubblicate tutte le indicazioni utili per gli aiuti. Dalla stazione intanto sono partiti i primi furgoni con gli aiuti trasferiti ai centri dove poi i migranti trascorrono la notte.

"Chiunque porti aiuto al prossimo ha la mia massima stima, ma c'e' uno Stato che dovrebbe fare queste cose". Lo ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini, durante un incontro con la stampa nella sede del partito in via Bellerio, commentando la solidarieta' mostrata dai milanesi che in questi giorni hanno portato cibo, vestiti e altri generi di prima necessita' ai profughi in Stazione Centrale. Salvini ha sottolineato che "non possiamo affidarci al volontariato" anche se, ha ribadito "c'e' massimo rispetto per chi porta anche un tozzo di pane". "C'e' uno Stato che dovrebbe occuparsi di queste cose", ha proseguito e "vedere gli immigrati in un cubo di plexiglass e' sconcertante".

STOP PRANZI IN STRUTTURE PLEXIGLAS - Gli immigrati presenti nella stazione Centrale di Milano non possono mangiare nelle strutture in plexiglas che sono utilizzate come centro di primissima accoglienza, registrazione e smistamento: poco fa è stato affisso un cartello all'esterno di uno dei due locali, con il quale si chiede di non consumare cibi all'interno. Ai migranti ai quali viene dato del cibo dai volontari in un banchetto di fronte alle strutture, non resta che consumare il pasto in piedi o seduti a terra sotto il portico della stazione. Motivo della decisione è che la possibilità per i profughi di mangiare nelle strutture "non è prevista nell'accordo" per l'utilizzo di questi spazi, ha spiegato l'assessore alla Sicurezza del Comune, Marco Granelli.

FS: "NOI IN PRIMA LINEA, STAZIONI AI PASSEGGERI" - "Le Ferrovie dello Stato Italiane sono state in prima linea nell'affrontare l'emergenza profughi. Il Gruppo ha fornito sostegno in ogni modo per superare questo difficile momento, mettendo a disposizione locali e aree". Lo sottolinea il Gruppo in una nota, ringraziando "il ministro Alfano per le parole pronunciate dalle quali si evince il riconoscimento per lo sforzo profuso". "Ora è necessario tornare alla normalità, restituendo completamente, per cominciare, le stazioni ai viaggiatori", prosegue la nota delle Ferrovie. "A Milano entro mercoledì è previsto che siano restituiti i locali messi a disposizione in Galleria delle Carrozze; a regime saranno utilizzati quelli di via Sammartini, della cui ristrutturazione - già avviata - si è fatta carico Grandi Stazioni. E gradualmente - conclude Fs -, in tutti i luoghi dove si sono verificati casi simili o analoghi, bisogna adesso che le stazioni ferroviarie tornino alla loro reale funzione".

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