LAURA LANA
Cronaca

Da Sesto San Giovanni per aiutare i profughi: "Donne e bimbi in salvo, grande emozione"

Gianluca Mauri, vigile sestese impegnato nel volontariato ha portato aiuti al confine tra Romania e Ucraina

Giancarlo Mauri e la famiglia

All’andata hanno portato un furgone pieno di aiuti. Al ritorno Tania con i due figli in tenera età, e la zia. Gianluca Mauri, agente della polizia locale di Sesto e delegato sindacale, da sempre è impegnato nel sociale e nell’assistenza: 10 anni di servizio tra associazioni di ambulanze a Milano, poi il corpo militare della Croce rossa e l’Areu. "In questa gravissima crisi non potevo voltarmi dall’altra parte e ho deciso di partire per dare una mano". Insieme a lui un ucraino, Vitali, che di professione fa l’autista e faceva la spola per trasportare privatamente i pacchi alimentari, che si scambiano i parenti tra l’Italia e il Paese d’origine. "In questo momento è senza lavoro, ma si è messo a disposizione per aiutare la sua gente. È originario del Sud dell’Ucraina: lì hanno allestito un centro di prima accoglienza in una scuola e distribuiscono pasti caldi, vestiti, offrono alloggio temporaneo a chi arriva dalle zone di guerra e sono in transito per varcare il confine". Ad aiutare il minicontingente sono stati tanti cittadini e colleghi del comando sestese, la Cri di Sesto, che ha donato materiale che aveva già stoccato, il negozio Happy Animal, Tigotà che ha promosso una raccolta con i suoi clienti dedicata all’associazione ambulanze Mediolanum, di cui Mauri fa parte. Anche le spese del viaggio, circa mille euro, sono state coperte dalle donazioni.

Con un furgone stipato fino al limite, venerdì sono arrivati al confine tra Romania e Ucraina per portare quanti più aiuti possibili e accompagnare alcuni profughi in salvo. "Sull’autostrada che dall’Ungheria porta alla Romania, è stato emozionante vedere quanti mezzi con targhe di Stati diversi percorressero la stessa strada per un solo scopo: portare aiuti alla popolazione. Francesi, svizzeri, italiani, tutti insieme accomunati da una sola parola: l’umanità". Un percorso più lungo, in mezzo alle montagne romene, Telegram guardato costantemente per restare aggiornati e poi la prima parte della missione portata a termine con la consegna dei pacchi.

Il rientro in Italia in compagnia di Tania con i suoi due bambini, Aryina di 6 anni e Archiom di 8, e la zia Natasha. La tappa per mangiare qualcosa e il lungo viaggio fino a Seveso, dove una famiglia stava aspettando i quattro per accoglierli. "Dopo tante ore in auto, dove mi preoccupavo di provare a far divertire i piccoli al posto della madre stanca e preoccupata, Archiom se ne è uscito all’improvviso con una frase tradotta da Google translate e letta meccanicamente dal telefono che diceva ‘Sei uno zio fantastico, è bellissimo averti conosciuto. Peccato che non parli ucraino’. È stato un pugno allo stomaco".