
Andrea Baschirotto, 57 anni
Milano – Dall’indagine penale per i redditi sfuggiti al Fisco alla citazione a giudizio della Corte dei Conti per versare quei soldi non dichiarati anche all’ateneo di appartenenza. Due procedimenti collegati, il secondo innescato dal primo, entrambi a carico di Andrea Baschirotto, 57 anni, luminare della microelettronica e docente a tempo pieno al Dipartimento di Fisica "Giuseppe Occhialini" della Bicocca.
Ora l’associato, sotto procedimento disciplinare, è stato condannato dai giudici contabili a risarcire 619.060 euro, vale a dire l’ammontare dei guadagni che avrebbero incassato da diverse attività di consulenza incompatibili col ruolo di professore universitario.
Secondo quanto ricostruito nella sentenza appena pubblicata, tutto è partito da un’inchiesta su reati tributari: nei periodi di imposta 2017 e 2018, Baschirotto avrebbe dichiarato nelle relative dichiarazioni dei redditi "elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, avvalendosi di società panamensi per far documentare alcune operazioni effettuate all’estero e ottenere il corrispettivo in contanti, al netto delle commissioni sostenute per l’effettuazione dell’illecita intermediazione".
Le indagini e "l’interrogatorio reso dal convenuto in sede penale" hanno svelato la percezione di compensi per presunte consulenze effettuate nei confronti di istituti e società estere, che venivano tuttavia fatturate non direttamente dal docente, bensì da società situate in Singapore, Albania, Svizzera e Panama". Di quali consulenze stiamo parlando? Di una collaborazione con il Max Plank Institute per "lo sviluppo di soluzioni circuitali da utilizzarsi nell’esperimento scientifico Atlas al Cern di Ginevra". Di uno studio di dispositivi "da utilizzarsi in un lontano futuro da computer quantici" per il Politecnico federale di Losanna. Di un’attività scientifica, "in collaborazione con l’Università di Pavia", svolta per la società Synaptic per lo sviluppo di un dispositivo "che verrà forse adottato da Alexa". Totale: 508.260 euro.
Senza dimenticare i 140.460 euro percepiti per altre attività di collaborazione scientifica ad alto contenuto tecnologico "coperte da accordi di riservatezza", i 34.800 euro per l’attività seminariale per Pomera e STMicroelectronics e i 124mila ricavati dalla cessione di 4.882 slides. Conto finale: 619.060 euro.
Dal suo punto di vista, Baschirotto si è difeso soffermandosi "sulla congruità, tenuto conto del panorama mondiale, dei compensi percepiti per l’attività scientifica e per il ritorno ottenuto dall’università milanese per i contratti procacciati nello stesso periodo grazie alla sua attività".
A seguito degli accertamenti della Finanza, il docente ha provveduto a regolarizzare la sua posizione per gli anni compresi tra 2017 e 2020, presentando dichiarazioni integrative e versando quanto dovuto.
Tuttavia, ciò non ha estinto il processo davanti alla Corte dei Conti, che ha ritenuto che le attività extra università siano state caratterizzate da abitualità, sistematicità e redditività. Ovviamente, i giudici non hanno potuto non tener conto di quanto emerso nel procedimento penale, a cominciare dal fatto che le prestazioni "asseritamente rese da Baschirotto" per atenei e società siano poi "state fatturate da società veicolo site in diversi Stati esteri", che poi avrebbero consegnato i relativi compensi al prof in contanti o attraverso carte di credito.
"Singolari – un passaggio chiave delle motivazioni – appaiono gli incontri avvenuti con M., intermediario che ha proceduto a consegnare più volte a Baschirotto le somme in contanti in piena emergenza Covid, e per i quali il Baschirotto ha fornito a M. la documentazione necessaria per poter liberamente attraversare la frontiera italo-svizzera, invitando lo stesso presso l’Università Bicocca per evitare di avere problemi al ritorno in territorio elvetico”.