
Abusi su minori (foto di repertorio)
Milano, 8 aprile 2019 - Un «autentico predatore di minori». Non hanno usato giri di parole, i giudici, nel descrivere la personalità di un professore di musica che ebbe una relazione con una sua giovanissima ex allieva che poi l’ha denunciato anche per violenza sessuale. È stato condannato a 6 anni di carcere con sentenza ora definitiva. E quella, scrivono, non è stata certo la sua unica «preda».
Nel corso dei processi è emerso che il docente descritto come «gentile, carino, sensibile, uomo maturo e dall’aspetto dolce», mostrò attenzioni a diverse ragazzine aspettando con metodo che compissero 16 anni, età oltre la quale sapeva di non rischiare condanne in sede penale. Con Cristina (nome di fantasia) però gli è andata male. Dopo averla fatta infatuare non seppe resistere ed ebbe con lei il primo rapporto sessuale quando era ancora 15enne.
Angelo R., oggi 43 anni, ha insegnato alla Scuola civica di musica Donizetti a Sesto San Giovanni. Con Cristina si conobbero tra i banchi che lei era una bimba di 11 anni e lui ne aveva 29. Nel corso dei mesi l’allieva si innamorò perdutamente del suo prof., lo voleva incontrare anche fuori, al parco. La mamma intercettò qualche messaggio tra i due e lo fece presente alla responsabile didattica che però la rassicurò: «È una bravissima persona, tra l’altro si è sposato in chiesa». Comunque sia, Cristina cambiò insegnante ma i due continuavano ad incrociarsi, parlavano, si scambiavano confidenze, per lei Angelo restava un punto di riferimento. Intanto passava il tempo e lei cresceva. Lui riprese a cercarla con i messaggi, si sentirono, si videro fuori dalla scuola. Nell’estate del 2009, quando lei aveva 15 anni e lui 33, ebbero il primo rapporto sessuale. Da lì prese il via una vera e propria relazione anche sentimentale tra il docente e l’ex allieva, ormai 16enne. La storia andrà avanti per oltre un anno con rapporti sempre più frequenti e «particolarmente forti». Finché Cristina conosce un coetaneo e si innamora di lui. A quel punto la relazione col docente si interrompe, l’uomo però qualche mese dopo va a casa sua e nonostante il diniego della ragazza la prende con violenza.
È dopo quell’episodio che Cristina rilegge finalmente con lucidità tutto quello che c’era stato con Angelo, e ormai in crisi evidente con sé stessa si confida con una psicologa. Così scatta la denuncia nei confronti dell’uomo, emergono altre storie che lui aveva intrecciato con le sue allieve. «Sapeva benissimo - hanno scritto i giudici in sentenza - di essere venuto in contatto con Cristina, come con le altre ragazze sue vittime, in ragione del rapporto di insegnamento, che gli aveva consentito di esercitare sulle bambine il particolare fascino dato dal suo ruolo di insegnante di musica, oltre al carisma derivante dal fatto di essere un uomo maturo».
Quanto alla prova della violenza subita dalla ragazza quando ormai la loro relazione era conclusa, R. ha sempre sostenuto che il rapporto fosse stato consenziente. Ma oltre alle parole di lei ci sono alcuni messaggini che i giudici hanno giudicato come prova a carico dell’uomo: «così siamo pari», in riferimento ad altre storie che Cristina aveva avuto dopo di lui, e anche «non sono mai stato così male per una cosa sbagliata che ho fatto».
Nei giorni scorsi la Cassazione ha reso definitiva la condanna a sei anni di carcere per atti sessuali con minori e violenza sessuale inflitta nel 2014 dal tribunale a R. e confermata in appello l’anno scorso. A favore della ragazza, difesa dall’avvocato Patrizio Nicolò, i giudici hanno riconosciuto un risarcimento danni di 30 mila euro.