La vincitrice del Premio Chiara Giovani 2023, Vera Carucci e le sue donne: "Pazze? No, emancipate”

Con “Monomania” la 18enne di Brugherio ha vinto il Chiara giovani

Vera Carucci con la targa del premio (foto Nick Zonna per Amici di Piero Chiara)

Vera Carucci con la targa del premio (foto Nick Zonna per Amici di Piero Chiara)

Monza, 17 ottobre 2023 –  La passione? "Indagare il confine tra razionale irrazionale". E così l’interesse per la psichiatria e l’indagine del “sé” può diventare ispirazione letteraria. Vera Carucci, 18enne di Brugherio, studentessa del quinto anno al liceo classico Zucchi, ha vinto il Premio Chiara Giovani 2023, riservato ai ragazzi da 15 a 20 anni, invitati a produrre un racconto inedito sulla traccia “Eccomi”. Ma non solo, perché Vera si è anche aggiudicata il premio speciale “Un racconto per un viaggio”, valutato da una giuria di giovani, premiati nelle precedenti edizioni. Merito del racconto “Monomania di orgoglio” con cui ha sbaragliato i 30 finalisti della categoria giovani. Non una sorpresa, perché Vera già da tre anni partecipava al concorso (stimolata all’inizio dalla prof di italiano Elena Iacobelli) raggiungendo sempre le finali.

Cos’è la monomania e quale intuizione ti ha fatto vincere?

"Ho scelto un tema storico, partendo da una foto online di un antico manicomio inglese . La monomamia è un disturbo psichiatrico di cui sono affette le persone che pensano di essere la reincarnazione di personaggi famosi. Nel mio racconto ho immaginato una donna, in epoca vittoriana, chiusa in manicomio perché sente di essere Elena di Troia, Lucrezia Borgia, Cleopatra o Giovanna d’Arco, donne libere ed emancipate che danno voce al loro desiderio di indipendenza, scambiato per pazzia".

Perché hai scelto proprio la psichiatria?

"Il prossimo anno penso di iscrivermi a Medicina, per specializzarmi in Psichiatria. Mi interessa indagare i meccanismi della mente umana. Sono molto organizzata e controllata e mi incuriosisce indagare il confine tra razionale e irrazionale".

Ti aspettavi di vincere?

"Sono molto contenta ed è stata davvero una sorpresa. Mi avevano convocato per le premiazioni, ma pensavo di aver ottenuto una menzione. Quando hanno fatto il mio nome per il primo premio non mi pareva vero".

Quando si è manifestata la tua vocazione letteraria?

"Ho cominciato a elaborare racconti subito dopo aver imparato a scrivere, a 6-7 anni. Allora volevo fare la scrittrice a tempo pieno. Poi crescendo è maturata la passione per la medicina e la psichiatria, ma spero di poter portare avanti anche l’attività letteraria, con l’aiuto dei miei genitori. Sono entrambi ingegneri, ma mi hanno trasmesso la passione per la lettura e mi sostengono".

Pensando in grande, con quale autore vorresti scrivere un’opera a quattro mani?

"Non saprei. Un mio difetto è quello di non leggere gli autori contemporanei, ma di dirigermi sempre verso la letteratura dell’800 e ‘900. Fra quelli del passato, potrei dire Shakesperare, perché mi appassiona il teatro. Ho provato a scrivere una tragedia o un dramma teatrale, ma ci devo ancora lavorare molto. Amo Victor Hugo, mi piacciono anche Edgar Allan Poe, Tolkien e Agatha Christie".

Altri progetti letterari?

"Sto lavorando a un romanzo storico e a una raccolta di monologhi ispirati ad Amleto. Ma lavoro spesso a racconti brevi".

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