
Giorgio
Goggi*
Carlo Cattaneo definisce Milano “nutrice di città”. Questo vuol dire che, già nell’800, si aveva contezza che Milano non era un polo che s’avviava ad ingrandirsi fagocitando sobborghi e villaggi per diventare metropoli, ma una città che costruiva forti legami con gli insediamenti circostanti, connettendoli con convenienze economiche e produttive che consentivano loro di consolidarsi. Questo è il policentrismo milanese. Spesso se ne parla a sproposito, come se esistesse un policentrismo interno alla città, confondendolo con la normale articolazione di quartieri e servizi, mentre il vero policentrismo è una modalità di estensione e relazione territoriale. Invero, geografia e storia hanno forgiato gran parte dell’Italia, tranne Roma, Torino e alcune altre aree, in una terra di insediamenti policentrici, dove spesso alcuni poli sono diventati dominanti: l’infilata delle città sulla via Emilia, con Bologna, le “città corrispondenti” dell’area barese, già descritte dai geografi arabi, con Bari, il tripolo del Salento (Brindisi, Lecce e Taranto), sono solo alcuni esempi. Ma solo Milano ha la struttura perfetta di un sistema planetario con un astro centrale e pianeti, che, prima della motorizzazione di massa, osservava quasi rigidamente le leggi di Newton; ma anche tutto connesso da un sistema radiale di vie di comunicazione. Sistema che ha reso potente e immediata l’accessibilità al centro.
Lo si vede dall’immagine stellare delle ferrovie e delle strade storiche che si irraggiano da Milano. Cosicché Milano non ha bisogno di crescere, ma deve solo legare a sé gli insediamenti esterni con connessioni sempre più capaci e veloci, consolidando e incrementando la comune prosperità. Su questa strategia è fondato il suo sviluppo e la sua ricchezza. Il peggior errore che possa fare Milano sarebbe quello di considerarsi come una metropoli in sé stessa, puntando a crescere, irta di grattacieli ma con legami non potenziati e trascurati, talvolta resi difficili, con l’area urbana circostante: perderebbe la sua forza e la sua opulenza.
*Architetto