"Più vigilanza e forze dell’ordine negli ospedali"

Proposte concrete dell'Ordine dei medici di Milano per contrastare le aggressioni al personale sanitario, con focus su formazione e sorveglianza.

"Più vigilanza e forze dell’ordine negli ospedali"

Da sinistra il questore Bruno Megale e il presidente dell’Ordine dei medici Roberto Carlo Rossi

MILANO

Più forze dell’ordine nelle strutture sanitarie, affiancate da un servizio di sorveglianza e vigilanza. Misure in grado di spegnere i contenziosi fra medici e pazienti, incluso un dialogo costante per informare i familiari delle condizioni di salute dei propri cari. E un progetto di formazione nelle scuole che educhi bambini e ragazzi a comprendere il “valore“ del Servizio sanitario nazionale. Sono alcune delle proposte avanzate al questore Bruno Megale dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Milano (Omceomi), per contrastare le frequenti aggressioni contro il personale sanitario.

"Abbiamo portato all’attenzione del questore proposte concrete da mettere in atto tempestivamente", spiega il presidente dell’Omceomi Roberto Carlo Rossi. "Ben vengano i provvedimenti annunciati dal ministro (della Salute Orazio Schillaci, ndr) e la sorveglianza elettronica, ma non possono essere le uniche risposte". Un riferimento, quello di Rossi, al decreto legge approvato il 27 settembre in Consiglio dei Ministri che, fra i vari punti, estende l’arresto in flagranza di reato a chi aggredisce un operatore sanitario. Iniziativa legislativa, spiegano dall’Omceomi, che richiede ora la concreta attività di controllo sui territori. "Alcune misure – dice Rossi – sono state già intraprese da mesi, anche grazie a un precedente incontro che abbiamo avuto con la Prefettura ma non sono ancora sufficienti a offrire la sicurezza che il personale sanitario e tutti i pazienti meritano".Il tesoriere dell’Ordine, Martino Trapani, aggiunge: "Sono molte le azioni e gli investimenti di risorse, economiche e non, da attuare. Aspetti verso i quali il questore ha confermato massima attenzione".Thomas Fox