
Il caso dell'alunno di Pioltello appare paradossale
Pioltello (Milano), 7 novembre 2020 - Esce di casa tutte le mattine con lo zaino pieno di libri per andare a scuola in presenza. In classe, però, è l’unico studente seduto tra i banchi. Lui segue le lezioni in aula insieme agli insegnanti, mentre tutti i suoi compagni sono collegati da casa attraverso il computer. È l’incredibile storia di Francesco, uno studente 17enne dell’Istituto Machiavelli, che nelle ultime due settimane ha frequentato la scuola in solitaria. Segratese, Francesco frequenta la terza dell’istituto professionale socio sanitario di Pioltello. E continuerà a farlo ogni giorno per i prossimi mesi, visto che il nuovo Decreto Conte garantisce agli studenti diversamente abili (Dva) e ai soggetti con bisogni educativi speciali (Bes) la possibilità di proseguire la scuola in presenza. È una conquista che le famiglie hanno ottenuto dopo mesi di battaglie, una norma a tutela di questi ragazzi che, molto spesso, necessitano di una routine quotidiana all’esterno con figure professionali di sostegno. Una norma di garanzia che, però, rischia di creare situazioni limite come quella vissuta da Francesco.
«Mio figlio si è ritrovato in classe da solo già prima degli ultimi decreti: tutto è iniziato dopo che la classe era stata messa in quarantena preventiva per via di un contagio", racconta la mamma, che è anche membro del consiglio d’istituto del Machiavelli. «Al rientro dalla quarantena – continua – non tutti i ragazzi erano riusciti a fare il tampone, qualcuno non aveva il risultato o il certificato medico, così la classe è stata decimata. Poi, qualche giorno dopo, le famiglie hanno continuato a tenere i figli a casa per paura, così Francesco si è ritrovato ad essere l’unico studente in presenza". Ogni giorno il 17enne si ritrova a fare lezione insieme ai diversi insegnanti di materia – che si alternano in classe in base al calendario della giornata – a un’educatrice e a un insegnante di sostegno. Mentre tutti gli altri sono in Dad.
"Nella classe di Francesco ci sono altri ragazzi diversamenti abili che avrebbero diritto ad andare a scuola in presenza – dice Silvia Limonta –, ma purtroppo le famiglie vivono come una discriminazione questa possibilità che, in realtà, tutela i nostri figli. Nei mesi scorsi, è stato difficile per Francesco seguire le lezioni a distanza, l’educatrice ha continuato a seguirlo nei compiti collegata da casa sua: il pomeriggio facevano i compiti online, da una parte all’altra dello schermo". Rientrato a scuola, Francesco ha ritrovato la sua normalità e questa volta non intende rinunciarci. "Ho chiesto a mio figlio come vive questa situazione – conferma la mamma – e lui dice che vorrebbe stare con i suoi compagni: non è contento di stare in classe da solo, ma comunque desidera continuare ad andare a scuola. E così faremo".