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Cronaca

Conti in rosso al Pio Albergo Trivulzio: i timori degli inquilini a basso reddito

Milano, gli immobili della Baggina entrano in un fondo di valorizzazione con l’obiettivo di ridurre il debito. Quali sono i rischi?

La storica sede del Pio Albergo Trivulzio

La storica sede del Pio Albergo Trivulzio

Milano,  27 marzo 2024 – Nel patrimonio del Pio Albergo Trivulzio (Pat), oltre a palazzi di pregio, ci sono anche appartamenti in affitto a canoni economici perché storicamente destinati a persone con redditi bassi. Un fatto da considerare ora che la Regione Lombardia, il Comune di Milano e Francesco Paolo Tronca, il commissario straordinario nominato da Palazzo Lombardia e da Palazzo Marino, hanno deciso di far confluire gli immobili del Pat in un fondo di valorizzazione che avrà come partner Invimit Sgr, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con l’obiettivo di azzerare un debito di oltre 30 milioni di euro. Il tema, però, è preservare le famiglie a basso reddito che abitano negli alloggi del Pat. E a sollevarlo è Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, che chiede si faccia un censimento prima di entrare nel vivo dell’operazione di valorizzazione immobiliare.

Nel dettaglio, la Baggina vanta 932 alloggi, la maggior parte a Milano (764) e il resto in più Comuni dell’hinterland (101 a Peschiera Borromeo, 21 a Colturano) nonché fuori regione: Torino, Genova, Acquaviva delle Fonti (Bari). Quelli occupati sono 713, di cui ben 608 a Milano. Da qui, allora, il monito della Rozza: "Il Pat e Invimit Sgr stanno correndo verso l’istituzione di un fondo in cui conferire il patrimonio immobiliare in maniera assolutamente acritica – dichiara la consigliera regionale del Pd –. Non c’è nessuna contrarietà ideologica all’istituzione del Fondo e condividiamo l’esigenza di valorizzazione del patrimonio. Quello che non condividiamo è il modo in cui si sta concretizzando. Intanto, come ha ricordato anche il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino, manca un progetto di sviluppo socio-assistenziale, ma a mancare è anche il censimento sociale delle famiglie che occupano gli immobili. Non tutti sono di pregio. Una parte sono di tipo economico popolare e sono occupati da famiglie a basso reddito come i 101 alloggi di via Pascoli 8, a Peschiera, e i circa 240 di via Paolo Bassi a Milano. Altra incognita sono gli alloggi di via Bramante 25, sempre a Milano, che tradizionalmente erano abitati dagli operatori del Pat e ora non si sa a chi saranno destinati. Non si sa neppure quale sarà la sorte delle cascine, che ospitano attività economiche. Serve innanzitutto censire il patrimonio e le famiglie che lo abitano. Il patrimonio di pregio può essere conferito nel Fondo, ma non può valere altrettanto per gli alloggi di edilizia economico-popolare, che rispondono all’enorme domanda di case a prezzi accessibili di cui c’è gravissima carenza. La Regione, però, sfugge al confronto. Ha fatto saltare l’audizione in Commissione Casa dell’assessore Guido Bertolaso e del commissario Tronca senza comunicare nuove date".