Iulm, la lezione dell’attore Favino: "Giro di notte nella Milano veloce"

“Nostalgia“ con Martone, l’ultimo set nella città che cambia e le passeggiate nel quartiere di Brera. "Non si può imporre di andare al cinema, ma far riflettere la gente su come sarebbe la vita senza cinema"

Pierfrancesco Favino

Pierfrancesco Favino

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È tornato a girare a Milano, “al buio“, dal tramonto all’alba, per il set di L’ultima notte d’Amore , il nuovo film diretto da Andrea di Stefano. "E lo si vede dalle occhiaie", sorride Pierfrancesco Favino, accolto da oltre 300 studenti della Iulm. Dove ieri, con il regista Mario Martone e il rettore e critico cinematografico Gianni Canova, ha accompagnato pure Nostalgia in quella città che lo aveva visto vestire i panni dell’anarchico Giuseppe Pinelli in Romanzo di una strage: "Un ruolo che porterò sempre nel cuore", aveva confessato allora Pierfrancesco Favino a Il Giorno , in una Milano che "conserva ancora le atmosfera de Il posto di Ermanno Olmi", ricorda al giovane pubblico della Iulm.

Favino, dica la verità, un po’ di nostalgia di Milano la aveva? E pure della Milano di notte?

"(Sorride). Sto girando qui questo film di notte, L’Ultima notte d’Amore , appunto. Ma io a Milano ci sto bene, non sono uno di quelli che ne parla male, anzi. Sono felice di stare qui e di essere venuto a presentare “Nostalgia“ alla Iulm".

Oltre alla Cassanese, che avete “inaugurato“ voi, dove state girando?

"Un po’ dappertutto".

Ha un luogo del cuore a Milano dove ama tornare? Che sente più suo?

"Ci sono diversi posti, legati soprattutto al teatro e agli amici che ho qui. Non ce n’è uno solo in realtà. Anche perché Milano ha la capacità di cambiare con una velocità molto maggiore rispetto quantomeno a Roma. Ma le passeggiate per Brera... mi piacciono particolarmente".

Com’è prendere per mano “Nostalgia“ e accompagnarlo nelle sale, portarlo dai ragazzi?

"Non penso sia compito nostro per forza accompagnarlo, è nelle sale da un bel po’. In questo caso ci sono gli studenti di cinema, di comunicazione e credo sia interessante avere uno scambio con loro. Non si può imporre alle persone di andare al cinema, ma si può far riflettere loro su com’è la vita senza il cinema".

 

 

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