
L'esterno dell'ospedale San Raffaele
Milano, 4 dicembre 2015 - Dopo quattro anni di carcere, il ragionier Pierangelo Daccò, il faccendiere di Sant'Angelo Lodigiano condannato in primo e in secondo grado per il crac della Fondazione San Raffaele , sarebbe dovuto tornare a casa oggi: agli arresti domiciliari e col braccialetto elettronico. Ma non c'è stata alcuna scarcerazione. La causa? L'indisponibilità del braccialetto elettronico che gli è stato imposto dalla Corte d'appello di Milano.
Daccò, che non ha ancora avuto un verdetto definitivo per la vicenda per cui è imputato, ha ottenuto gli arresti domiciliari a Sant'Angelo dopo più di quattro anni di custodia cautelare in carcere ma l'attuazione del provvedimento è subordinata alla disponibilità del localizzatore che consente il controllo alle forze dell'ordine. Ai difensori è stato spiegato che il numero di apparecchi a disposizione è limitato. Fino a quando il braccialetto non sarà disponibile l'imputato dovrà rimanere in cella a Bollate.