Pesca di frodo all’oasi: Gev e sentinelle, recuperata la boa di segnalazione in mezzo al lago, usata dai bracconieri per agganciare le reti. Era tenuta ferma con una catena di diversi chili: potrebbero essere infatti i pescatori di frodo che prendono le carpe per poi venderle ai mercatini abusivi in generale. A notare la trappola illegale per pescare di frodo sono state le sentinelle dell’associazione Parco Sud e le Gev, guardie ecologiche volontarie di città Metropolitana durante una perlustrazione del perimetro della cava oasi di Basiglio. Operazione di controllo del territorio che viene svolta più volte a settimana. Nell’acqua c’era un contenitore con una boa semi sommersa, incollata al fondo con una catena di metallo molto pesante, almeno 3 chili.
Verosimilmente chi ha piazzato la trappola aveva intenzione appunto di fare man bassa di carpe e altri pesci. Purtroppo quello della pesca di frodo nei laghetti e nei corsi d’acqua delle periferie è un fenomeno in forte ascesa. Il pescato viene portato dagli stessi pescatori abusivi nei mercatini come quello nei pressi di Cascina Gobba. Qui i pesci vengono venduti a prezzi ovviamente stracciati. Purtroppo c’è da considerare che si tratta di prodotti senza alcun controllo e quindi che potrebbero essere dannosi alla salute dell’uomo.Mas.Sag.