Indifferenza, la scritta che compare a caratteri cubitali al Binario 21 in Stazione Centrale, il binario dal quale gli ebrei vennero deportati verso i campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. È contro quell’indifferenza che ha portato alle tragedie provocate dall’antisemitismo che bisogna battersi. Lo dice il sindaco Giuseppe Sala, lo ripete la senatrice a vita Liliana Segre, deportata da bambina nel campo di concentramento di Auschwitz, sopravvissuta e diventata testimone della Shoah. In vista del Giorno della Memoria in programma sabato, ieri nella Sala dell’Orologio di Palazzo Marino è stato presentato il programma di iniziative per ricordare quanto accaduto e celebrare la data-simbolo della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz.
Il palinsesto di eventi è stato illustrato da Luca Gibillini, coordinatore del programma comunale “Milano è memoria“. Gli interventi principali, come anticipato sopra, sono stati quelli di Sala e Segre. Il primo cittadino inserisce la celebrazione nello scenario geopolitico attuale, caratterizzato dalla guerra israelo-palestinese e dalle manifestazioni filo-palestinesi che si sono svolte a a Milano e in Italia, e parla di "evidente antisemitismo che sta riguardando questo momento storico".
L’ultimo dato di cronaca riguarda la manifestazione filo-palestinese di Vicenza, in cui militanti dei centri sociali hanno provato ad assaltare i padiglioni israeliani nella Fiera del Gioiello. "Quello che è successo a Vicenza è gravissimo – commenta Sala –. Dobbiamo invece portare avanti con equilibrio le ragioni del popolo palestinese – le migliaia di persone morte a Gaza non ci possono lasciare indifferenti – ma un certo tipo di atteggiamento fa solo danni. La condanna, sì, ma bisogna tener conto che il cessato il fuoco deve avvenire a tutela delle due parti".
Segre, subito dopo, racconta la sua storia e sceglie due parole chiave: "Scelta e indifferenza". L’indifferenza è quella che la senatrice a vita, ancora bambina, ha vissuto sulla propria pelle in Italia, prima della deportazione, e durante il viaggio verso il campo di concentramento, "quando nessuna finestra si apriva per buttarci un pezzo di pane". La scelta, invece, è quella che allora hanno fatto in pochi, all’inizio, cioè combattere l’antisemitismo, il fascismo e il nazismo. Una scelta che – secondo Segre – resta fondamentale ancora oggi: "Per 30 anni sono andata nelle scuole a parlare e ho sempre consigliato ai miei nipoti ideali, questi ragazzi meravigliosi, di staccarsi da quell’amore verso quel telefonino idiota che li porta verso mondi lontani e sconosciuti che non sono per loro ma sono contro di loro. Per fare la scelta, perché la scelta è di ogni minuto, é scegliere quale libro leggere e leggere, perché la cultura è importante".
Una cultura che resta fondamentale per contrastare persino il negazionismo, come sottolineato in Consiglio comunale, durante la seduta sul linguaggio d’oro, dal rettore della Iulm Gianni Canova: "Nel 2020, quindi prima dei tragici fatti del 7 ottobre, una ricerca di Eurispes diceva che gli italiani convinti che l’Olocausto non è mai esistito erano saliti al 16%. Questo vuol dire che forse abbiamo sbagliato qualcosa. Venticinque anni di Giornata della Memoria così come viene celebrata non hanno avuto la capacità di contenere questo preoccupante incremento di un esorcismo nei confronti di uno degli orrori". Ma c’è anche qualche buona notizia sul fronte della memoria. "A Milano abbiamo triplicato gli ingressi alla Casa della memoria, da 6.400 nel 2022 a 18.100 nel 2023", racconta l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.