
Il Conservatorio Verdi a Milano istituzione di grande prestigio
Un telefono cellulare, un paio di gemelli, una cassa bluetooth, un ventilatore con umidificatore, un foulard di una nota marca, un paio di occhiali da sole griffati, orecchini di acqua marina", una sciarpa da 400 euro, collane di perle. Sono solo alcuni dei regali che, assieme a tranche di mazzette in denaro fino a 12mila euro a volta, avrebbero ricevuto alcuni ormai ex docenti di canto del Conservatorio "Giuseppe Verdi" da parte di studenti, in particolare cinesi, che venivano poi ammessi nella prestigiosa scuola musicale milanese. Lo si legge nell’avviso di conclusione delle indagini che prelude alla richiesta di processo, del pm Giovanni Polizzi a carico di 24 indagati in totale, di cui cinque insegnanti, tre dei quali ancora sottoposti a misure interdittive di sospensione dalla professione decise dalla gip Alessandra Di Fazio, e 19 studenti cinesi. Per un totale di 58 capi di imputazione per ipotesi, a vario titolo, di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità e falso. Nelle imputazioni si legge, ad esempio, che uno studente consigliava ad un altro, parlando di una professoressa: "Dopo aver fatto l’iscrizione devi regalarle degli occhiali da sole". E l’insegnante avrebbe detto: "Io porto i brand occidentali". Un’altra docente, sempre secondo l’accusa, avrebbe usato queste parole per ottenere il pagamento anticipato di un pacchetto di lezioni private: "Quest’anno voglio la tassa delle dodicimila euro per tutto il corso di studio fino all’ammissione (...) gli studenti che mi hanno dato li ho fatti tutti entrare"
Le indagini erano iniziate già nel febbraio 2023. Sotto la lente erano finiti docenti che poi facevano anche parte delle commissioni che esaminavano i candidati per l’ingresso ai corsi di canto. L’istituto di formazione musicale, il più grande in Italia, è parte offesa dai reati nell’inchiesta. Negli atti il gip scriveva che il quadro che era emerso dagli interrogatori degli indagati era "desolante". "Gli indagati hanno dimostrato di non aver in alcun modo compreso il disvalore delle condotte commesse, giustificandole con il fine di premiare studenti meritevoli e minimizzandole sulla base di presunti comportamenti scorretti di altri colleghi". Anna Giorgi