"Per ignoranza o calcolo elettorale nessun partito ha affrontato il tema"

J’accuse di Valeria Imbrogno, l’ex compagna di DjFabo: ignorata la volontà dei cittadini, ma io non mi fermo

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Delusa dalla politica che non è riuscita ad arrivare a una legge nazionale sul suicidio assistito. "Nessun partito politico si è voluto assumere la responsabilità di affrontare la questione. Per ignoranza e calcolo elettorale". A parlare è Valeria Imbrogno, l’ex compagna di Fabiano Antoniani, più a tutti noto come Dj Fabo. Al rientro da una serata in un locale di Milano, Dj Fabo rimase coinvolto in un grave incidente. Diventato cieco e tetraplegico e dopo anni di terapie senza esito, maturò la decisione di voler porre fine alla sua vita. "Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia" disse il 40enne nato a Milano. Dopo l’appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, decise di farsi portare in Svizzera per morire in una clinica. Era il 27 febbraio del 2017. Con lui c’era Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che il giorno dopo si autodenunciò. La procura di Milano fu “costretta” ad accusarlo di aiuto al suicidio e per lui iniziò il processo, arrivato fino alla Consulta, conclusosi il 23 dicembre 2019 con l’assoluzione.

La morte di Elena, 69 anni, donna veneta gravemente ammalata, che avrebbe voluto finire la sua vita nel suo letto ed è invece stata costretta a finire la sua vita in una clinica svizzera come Dj Fabo ha riaperto antiche ferite?

"Ovviamente sì. La sua è stata un’altra battaglia per la libertà di scelta in cui Fabiano ha creduto fin dall’inizio".

Cosa c’è dietro l’immobilismo politico sul fine vita?

"Ignoranza probabilmente, perché la questione non li tocca direttamente".

C’è anche un calcolo elettorale?

"Non c’è dubbio che l’argomento sia scomodo e tenga lontano un certo elettorato. Non si ascoltano le persone che soffrono. E neppure la volontà dei cittadini che è chiara: sono state raccolte oltre 1 milione e 200mila firme per il referendum dell’eutanasia (che la Corte Costituzionale però ha dichiarato inammissibile perché non si tutela la vita umana ndr)".

A parte la delusione per la politica come procede la sua vita?

"Non mi fermo mai. Vivo al ritmo doppio mantenendo fede alla promessa che avevo fatto a Fabiano di vivere anche per lui. Come psicologa mi occupo di baby gang e altre situazioni difficili di devianza. Sono impegnata in mille progetti sociali. E porto avanti le mie battaglie civili. Per il numero bianco dell’associazione Coscioni mi occupo di gestire organizzazione e formazione dei volontari. È un servizio importante perché fornisce ai cittadini quello che manca: informazioni, anche sui loro diritti, e un aiuto nei momenti di sofferenza".

Annamaria Lazzari

mail: annamaria.lazzari@ilgiorno.net

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