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Cronaca

Trenord, persino i vertici dell’azienda ammettono i problemi: “Disagi anche nel 2025”

A settembre una linea su quattro ha sforato gli standard di puntualità e affidabilità del servizio: e per i pendolari è diventato più complicato ottenere indennizzi e bonus

Pendolari all'arrivo di un treno alla stazione Cadorna (Archivio)

Pendolari all'arrivo di un treno alla stazione Cadorna (Archivio)

Milano, 21 ottobre 2024 – I lavori già programmati lungo la rete ferroviaria lombarda e quelli rimasti sulla carta, il rinnovo delle cariche apicali dell’azienda e la ben più strategica – ma fin qui irrisolta – questione del superamento della governance duale. Questi i quattro punti cardinali tra i quali si muove Trenord, l’azienda ferroviaria lombarda. Settimane difficili, quelle appena trascorse: a settembre una linea su quattro ha sforato gli standard di puntualità e affidabilità del servizio.

Non bastasse, nei giorni scorsi Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord, anziché rassicurare i pendolari, ha detto chiaro e tondo che i disagi continueranno pure nel 2025, con buona pace di quanti ogni giorno scelgono di viaggiare sui treni regionali. Per loro oItre al danno di un servizio che pochi giorni fa ha indotto persino il governatore lombardo Attilio Fontana ad alzare la voce, pure la beffa dei risarcimenti-miraggio.

Il caso rimborsi

Da sei mese a questa parte, infatti, i pendolari hanno visto complicarsi le possibilità di ottenere indennizzi e bonus a titolo di compensazione per i disagi patiti lungo le linee lumaca.

Le nuove regole introdotte da Regione Lombardia e Trenord, però, hanno suscitato la reazione dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art), che ha aperto una procedura sanzionatoria nei confronti dell’azienda ferroviaria lombarda. All’orizzonte potrebbe spuntare una multa che, nell’ipotesi peggiore, potrebbe essere pari al 10% del fatturato. In questo quadro ce n’è abbastanza per scendere e andare a piedi, se solo si potesse.

Interventi e chiusure

Quanto ai lavori in corso o in arrivo sulla rete lombarda, riguardano, a seconda dei casi, il rinnovo o l’ampliamento dei binari e l’ammodernamento di tecnologie e impianti. Nel 2025, per l’esattezza dal 24 luglio al 28 agosto, lungo il passante ferroviario di Milano sarà chiuso il tratto compreso tra le stazioni di Certosa e Rogoredo con ripercussioni su un totale di 7 linee: S1, S2, S5, S6, S7, S12 e S13.

Da giugno a settembre sono in agenda chiusure totali pure tra Domodossola e Arona, Lecco e Tirano, Cocquio e Laveno. Non è finita, però. La circolazione sarà interrotta pure tra Mortara e Abbiategrasso da giugno a luglio, tra Pavia e Voghera, tra Porto Ceresio a Milano, tra Varese e Busto Arsizio da luglio ad agosto.

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Velocità ridotta

Alcuni lavori minori o parziali, in particolare quelli che interessano le stazioni o solo alcuni binari, costringeranno i treni a viaggiare a velocità moderata e quindi ad arrivare a destinazione più tardi rispetto all’orario abituale.

Nel 2025 succederà tra la stazione milanese di Greco e Monza ma anche tra Monza e Calolziocorte (Lecco). Disagi da mettere in conto pure per le linee che portano a Novara, o che vi transitano, a causa della necessità di cambiare le rotaie nell’impianto di Certosa.

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I sistemi operativi

Quindi i lavori decisi da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), che riguardano perlopiù la realizzazione di nuovi apparati computerizzati in più stazioni milanesi: Centrale, Porta Garibaldi, Lambrate e Certosa. E nuovi sistemi di distanziamento (dei convogli) nelle tratte Milano Greco-Lambrate e Monza-Carnate. Sistemi che consentiranno di aumentare la capacità e la regolarità dei treni.

Rfi ha già avviato progetti di quadruplicamento delle linee caratterizzate dalla sovrapposizione di traffici regionali, lunga percorrenza e merci. Da qui i cantieri in corso lungo le tratte Milano Rogoredo-Pieve Emanuele e Rho-Parabiago. Per quanto riguarda Ferrovienord, sul nodo di Seveso (Monza), è in corso il raddoppio dei binari fino a Camnago-Lentate e fino a Meda. I cantieri si sono aperti a novembre 2023 e si concluderanno a fine 2026, appena dopo l’evento olimpico.

La dirigenza

Marco Piuri dovrà lasciare una delle due cariche che occupa al momento
MARCO PIURI DG FNM

Dai cantieri alle nomine. Come riportato più volte Piuri perderà una delle due cariche ricoperte finora: resterà direttore generale di Fnm Spa e smetterà di essere amministratore delegato di Trenord.

Al suo posto entro la fine di novembre sarà nominato uno tra Emanuele De Santis, della Direzione circolazione di Rfi, Giorgio Botti, amministratore delegato delle Ferrovie del Sud-Est, e Andrea Severini, responsabile finanziario del Gruppo Psc. Questi i tre finalisti della selezione avviata dalla Regione attraverso una società specializzata nell’individuare profili professionali ad hoc. Dovrebbe spuntarla uno tra De Santis e Botti, se è vero che il governatore Fontana vorrebbe privilegiare chi ha già ricoperto ruoli operativi in ambito ferroviario. Severini è figura più manageriale: su di lui punterebbe però Fratelli d’Italia.

Il nodo governance

Decisamente più strategica (e per ora pure più lontana dall’essere risolta) è la questione della governance di Trenord. Oggi l’azienda ferroviaria ha due padroni esattamente alla pari: Regione Lombardia che ne controlla il 50% attraverso Fnm Spa e il Gruppo Ferrovie dello Stato, che ne controlla l’altro 50% attraverso Trenitalia.

Una governance perfettamente duale che spesso è stata inserita tra le cause della difficoltà di Trenord a dare una svolta alle proprie performance. Nei mesi scorsi Fontana ha più volte affermato di voler acquisire la maggioranza dell’azienda. Regione Lombardia non si accontenterebbe di acquisire dalle Fs quell’1% in più necessario per divenire il primo socio di Trenord ma potrebbe andare ben oltre. Quando? Per ora un orizzonte temporale non c’è. Da Palazzo Lombardia assicurano, però, che i tavoli di confronto sono in corso.