
Manuela Pellegatta si esibirà al Rock’n’Roll il 20 ottobre
Milano, 9 ottobre 2016 - "All'inizio è come trainare carri di ghiaia in salita col freno a mano", ma raggiunta la prima vetta Manuela Pellegatta – in arte Pellegatta – sorride al suo primo album (Adesiva Discografica/Self), uscito questa settimana e prodotto da Paolo Iafelice, già al lavoro con "mostri sacri". Laureata in giurisprudenza, testarda come una gatta, ha preso in mano la sua vita e virato con decisione per diventare busker e cantautrice. E se i “carri di ghiaia” ha iniziato a trainarli proprio nella sua Milano, non poteva che festeggiare con la città il suo traguardo: il 20 ottobre al Rock’n’Roll di via Bruschetti il concerto Tre minuti di sbagli.
Dov’è iniziato tutto?
"Sopra la “mensola” di un caffè bistrot a Chinatown. Ho ripreso a suonare mentre studiavo. Ricordo la proprietaria di quel locale, che purtroppo non c’è più, in via Lomazzo 29. “Sali e suona”. Io lì prendevo ispirazione, mi sfogavo, avevo un desiderio irrequieto di trasmettere sensazioni. E il mio percorso mi ha portato verso il busker, la strada".
Il cappello fa parte della Pellegatta.
"L’ho sempre in testa, ne ho tantissimi. In fondo cerco me stessa dentro quel cappello. Ed è l’emblema dell’arte di strada. Chitarra bassa, aumenti la voce e le persone ascoltano quello che hai da dire, rimangono. Quando si avvicinano si confessano. C’è empatia ed è un esperimento che continuerò a fare. Suonando in strada un anno fa ho conosciuto il regista Amin Wahidi (filmmaker di etnia hazara rifugiato in Italia, conosciuto anche per le sue opere contro il terrorismo, ndr) che ha deciso dal 2015 di documentare il mio percorso. Si concluderà il 20 quando mi esibirò col trio a Milano. E si chiamerà Milestone, lo step fondamentale della propria vita".
C’è tanta Milano nelle sue canzoni.
"Scenografie, personaggi, persone che cristallizzo, conosco da vicino o immagino. In Lontano da lei “le tue impronte affondano le vesti grigie di Milano”. Al bistrot ogni venerdì c’era una coppia che si sedeva alle 21: alle 21,30 lei si alzava e andava via. È nata Ogni venerdì, “potrei smontare le tue certezze, ma non ci penso e seduta stante ti pianto in quel ristorante”. In una canzone inedita c’è anche la Madonnina: “Buongiorno madonnina, ti guardo mentre cammini fra i tetti. Stella polare di questo casino di vetro catrame ed antenne. Illumina la strada. Per chi vuole tornare a casa meno sobrio e più acuto di ieri".
Milano capitale della musica e della discografia. Come la vede?
"Ho dovuto sbloccare e rompere molti tabù per arrivare qui. Tanti mi chiedono ancora: “Cosa fai nella vita?”. Suono. “Sì, ma poi cosa fai nella vita?”. Oppure, “Perché non vai a un talent show?”. Non ho nulla in contrario, ma non è il mio campionato. Suonare in strada è una risorsa infinita per chi vuole portare avanti il suo progetto. Ho avuto la fortuna di incontrare sul mio percorso Paolo Iafelice, è stata la chiave di volta per realizzare il mio progetto. E davanti a un curriculum come il suo mi sono sciolta. Ha lavorato con De André, De Gregori, Ligabue. Lavora con Pacifico e mi ha accolto nella sua etichetta e grande famiglia di cantautori. Mi ha “battezzato” lui: “Manuela Pellegatta, troppo lungo, Pellegatta. Punto. È un totem che ti rappresenta”".
Quali sono i suoi luoghi del cuore?
"Il bistrot e la Darsena. Dopo le tournée torno sempre lì, quando cala il sole c’è una mensola anche lì, di mattoncini rossi, che prende calore e se ti appoggi rimani al calduccio sino a sera. Ci vado per scrivere, al tramonto. Poi c’è la zona universitaria, la mia seconda casa, i chiostri della Statale, le biblioteche. Calma e silenzioso. Perché Milano è nascosta, è una sorpresa. Quando prendo il tram guardo dentro le finestre e immagino chi c’è dentro quei palazzi un po’ arrugginiti. La canzone del singolo, Camera mia, è il punto zero. In un trasloco ho lasciato foto e immagini, ho scritto il testo e ho portato via solo quello. Fra poco uscirà il video: sarà molto disegnato e farà vedere la mia idea di voler volare sopra i tetti di Milano. Un po’ come Wendy di Peter Pan. Mi immagino così: una bimba nel mercato discografico".