Patente estera ritirata senza aver commesso infrazioni: l’odissea di un automobilista francese nella burocrazia italiana

Dal controllo a Novara all’invio di una nuova licenza di guida a Milano, il costoso iter kafkiano che potrebbe toccare a molti cittadini stranieri

Da un normale controllo stradale a Novara è iniziata un'odissea burocratica per un cittadino francese residente in Lombardia

Da un normale controllo stradale a Novara è iniziata un'odissea burocratica per un cittadino francese residente in Lombardia

Milano - Patente sequestrata e divieto di guida per sette mesi, senza aver commesso alcuna infrazione. Quando la paletta dell’agente gli ha intimato l’alt, su una strada della provincia di Novara, il conducente ha pensato a un normale controllo. Senza immaginare che da quel momento, era l’agosto del 2023, per lui sarebbe iniziata un’odissea del tutto inattesa. Dal ritiro della patente a un lungo viatico tra i corridoi della burocrazia italiana. Eppure era tutto regolare. La disavventura di Martial P., 52 anni, cittadino francese residente in Italia da 25, è peraltro comune a molti connazionali e cittadini esteri che risiedono in Italia da almeno 24 mesi. Tutto nasce da una norma dell’Unione Europea, che esige la conversione delle patenti estere in quelle del nuovo stato di residenza. Norma di fatto elementare, ma che viene complicata dalle maglie della legislazione italiana.

“In Francia – spiega infatti Martial – come in Lussemburgo o in altri Stati europei, il cittadino straniero fa una semplice richiesta online e, gratuitamente, riceve a casa la nuova patente valida per circolare. In Italia l’iter richiede molti mesi e si rivela anche parecchio costoso”. Molti mesi nei quali non ci si può più mettere alla guida. La norma riguarda sia le nuove patenti a scadenza breve, che vanno riconvertite subito, sia quelle vecchie, senza una scadenza. Nella pratica, verificato che aveva ancora la patente francese, l’agente ha provveduto al suo ritiro, consegnando a Martial un permesso temporaneo per fare ritorno a casa, fino a Milano. Poi, spiega il professionista, ha atteso invano tre mesi, sino a fine ottobre, perché la Motorizzazione di Novara spedisse il suo documento a quella di Milano. Poi ce ne sono voluti altri quattro per ottenere il nuovo permesso di guida. Nel frattempo Martial, che si è rivolto a un’autoscuola di Lissone, ha dovuto rifare l’esame di guida, in marzo. Sette mesi di attesa, dunque, e diverse centinaia di euro investite, prima di potersi sedere di nuovo al volante. L’origine del problema, che riguarderà molti stranieri in Italia, è dunque nel ritiro della patente che riguarderà chiunque ne abbia una estera senza una data di scadenza. Il vecchio modello insomma. E negli ultimi sei mesi, spiega Martial che si è confrontato con altri connazionali, i controlli si stanno intensificando. “Mi sono sentito davvero come un criminale - dice Martial - Non bevo, non mi drogo, però il ritiro della patente l'ho vissuto come una punizione. Magari una richiesta online o un semplice avviso, ma il ritiro è esagerato. Quanto agli spostamenti, per sette mesi mi sono arrangiato con il treno. Ma è bizzarro che ogni Paese dell’Unione Europea adotti delle regole diverse, quando tutto si potrebbe risolvere bene e in fretta anche solo con una semplice richiesta su Internet”.

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