ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Safaa, la pastaia coraggiosa dell’Isola: "Scappata da un uomo violento"

L’egiziana Safaa El Kaoud ha aperto un’attività di sfoglia fresca 10 anni fa, dopo la separazione. "Fuggii di casa con mio figlio in braccio, mi salvò una poliziotta che mi vide vagare di notte"

Safaa, la pastaia coraggiosa dell’Isola: "Scappata da un uomo violento"

Salvata da una donna poliziotto. Un angelo in divisa ha consentito a Safaa El Kaoud – a tutti nota come "La pastaia", come il suo negozio di pasta fresca in zona Isola – di ricostruirsi una vita col figlio, dopo dieci anni da incubo per colpa di un marito violento. El Kaoud è nata al Cairo 52 anni fa. Ha studiato all’Alberghiero locale, conosce benissimo l’inglese e in Egitto lavorava come assistente di un manager di un’agenzia pubblicitaria. Fino a quando – a 24 anni - si innamora di un connazionale più grande di cinque anni.

"Lo conoscevo sin da piccola, era amico di famiglia e in quel momento mi sembrava il principe azzurro. Era il mio primo fidanzato e in un mese siamo diventati marito e moglie" racconta Safaa. La donna è costretta a lasciare il lavoro e nel 1997 si trasferisce in Italia dove l’uomo lavora come pizzaiolo. Prima però succede un episodio che a posteriori suona come un sinistro campanello d’allarme: "Eravamo in aeroporto e mi ha fatto quasi volare con uno schiaffo solo perché si era convinto che guardassi l’addetto alle pulizie". Le cose arrivati a Milano sono peggiorate. "Per dieci anni ho vissuto in casa da "sepolta viva". Non potevo neppure aprire la finestra per stendere i panni. Uscivo solo qualche volta per le commissioni, sempre e solo in sua presenza. Però mi diceva che mi amava".

Un amore malato s’intende. "Bastava un nulla perché si adirasse e non erano solo parolacce, ma botte. Abusava di cocaina. Perché non mi sono ribellata subito? Ero lontana dalla mia famiglia, non avevo un lavoro e parlavo malissimo italiano" racconta la donna. Tutto però cambia quando El Kaoud rimane incinta nel 2004. "Ho cominciato a pensare che mio figlio non meritasse di vivere un inferno in terra. E poi che uomo sarebbe diventato se avesse avuto come modello un padre simile?". Una notte l’allora marito, strafatto di droga, la picchia ancora di più del solito e la minaccia di uccidere con un coltello.

È la goccia che fa traboccare il vaso: Safaa decide di scappare da quella casa tremenda, con in braccio il figlio di 3 anni. È il 2007. È in zona Stazione Centrale a Milano dove le hanno detto che c’è un rifugio Caritas, ma quando arriva è già chiuso e Safaa ha pochissimi soldi in tasca. Però il destino non si accanisce più: incontra una pattuglia dove c’è anche una donna poliziotto. "Mi ha invitato a calmarmi e a dirle che cosa stessi cercando. Io le ho risposto che volevo solo un posto per dormire con mio figlio. Lei mi ha spiegato che era pericoloso rimanere da soli in strada a quell’ora della notte: mi ha portato in commissariato, le ho raccontato la mia storia e mi ha trovato un rifugio per riposare. Poi, grazie ai Servizi sociali del Comune, ci siamo trasferiti in una casa famiglia. Ho incontrato altre donne con una storia simile alla mia, ma alcune vivevano lì da anni, andando a fare ogni tanto le pulizie. Io volevo invece ricominciare davvero, avere una mia casa, un lavoro che mi piacesse. Avevo anche paura che mio figlio fosse dato in affidamento: un dolore a cui non avrei retto".

E così chiede agli educatori di farle avere la lista dei corsi di formazione. "Ho scelto quello sulla pasta fresca di regione Lombardia. Mi piaceva l’idea di imparare una cosa italianissima come la pasta". Dopo il corso, consegna a mano i curricula a tutti i pastifici di Milano fino a quando uno storico di zona Sempione la assume. Rimane lì per sette anni ma in testa ha il sogno di diventare imprenditrice. Nel 2013, dopo aver messo via i soldi "come una formichina" e con l’ausilio di un socio, prende in affitto un negozio in via Porro Lambertenghi che battezza "La Pastaia": qui da dieci anni Safaa prepara e vende tortellini, gnocchi, tagliatelle realizzati come una volta. "Faccio tutto da sola. Negli anni ho aggiunto anche piatti pronti come lasagne, gnocchi alla romana, torte salate. Anche le sarde in saor per cui dei veneziani trapiantati a Milano mi hanno i complimenti". L’ex marito dopo il divorzio non si è fatto più vedere. Ma se ora lei si sente libera di parlare della sua vicenda non è per la ricerca di commiserazione. Vorrei soltanto che, attraverso la mia storia, altre donne evitassero di fare il mio errore.