
Uno degli alberi crollati
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Quel palo mi ha travolta e io mi sono ritrovata a terra, nella neve. Bacino e gambe erano bloccati. Perdevo sangue dalla testa perché cadendo mi sono ferita. Ero una maschera di sangue. Ancora non cammino. Mi sento sopravvissuta per miracolo". Daniela Galaverni, 49 anni, è la donna che lo scorso 28 dicembre, giorno della nevicata a Milano, si è vista crollare addosso uno dei pali “reggifilo” delle linee aeree dei tram che ha ceduto a causa della caduta di un albero in via Sanzio, vicino piazza Buonarroti. "È stato il terzo albero precipitato quella mattina, solo in via Sanzio. Mi domando perché i pedoni non siano stati tenuti alla larga da quella strada: ho rischiato la vita e non so se mi riprenderò mai del tutto. Ho attivato l’iter legale per far causa sia al Comune e sia ad Atm". Dove stava andando? "In ufficio, come tutte le mattine. Sono impiegata in un’azienda multiservizi e mi occupo di qualità e sicurezza. Il luogo di lavoro dista un chilometro e mezzo da casa mia e ho l’abitudine di raggiungerlo a piedi passando sempre da via Sanzio, che è la strada più comoda e veloce. Quella mattina nevicava moltissimo e un albero era finito a terra prima dell’alba causando l’interruzione della linea tranviaria 16. Un secondo è crollato attorno alle 8.15, colpendo la piattaforma di due operai che stavano lavorando per ripristinare i cavi. Per fortuna nessuno in quel momento è rimasto ferito, è stato danneggiato ‘solo’ il trabattello. Già erano operativi i vigili del fuoco, che dopo aver recintato l’area interessata con nastri di plastica stavano rimuovendo le piante cadute. Alle 8.45 un terzo albero ha ceduto di fronte al civico 21, proprio mentre stavo per attraversare". Lei si trovava dall’altra parte della strada? "Sì, esattamente al civico 21. Siccome la porzione di strada che mi trovavo davanti era stata interdetta al passaggio, mi sono girata per attraversare. In quel momento sono stata travolta: l’albero, precipitando, è finito sui fili elettrici che alimentano i tram, sradicando uno dei pali a cui erano ancorati. Questo ha seguito una traiettoria obliqua e ha centrato solo me, ma a pochi metri c’erano circa dieci persone in coda alle Poste. Sono stata colpita nella parte bassa del corpo, non sentivo più il bacino e le gambe, a un certo punto ho perso i sensi. A soccorrermi per primi sono stati i vigili del fuoco, già nella via, che hanno sollevato il palo con l’aiuto di alcuni passanti, poi un’automedica e un’ambulanza. Stavo andando in ipotermia, mi hanno subito dato una coperta termica, ossigeno e morfina. Poi sono stata trasportata all’ospedale Niguarda e dopo due giorni sono andata al Galeazzi perché il dolore era incessante". Che danni ha riportato? "Fratture alla colonna vertebrale, all’ala sacrale e al perone destro. Ferita alla testa, che è stata suturata. Ematomi. Stiramento. Versamento alle caviglie. Ora sto facendo accertamenti ai legamenti della gamba destra e dovrò affrontare una serie di controlli. La prognosi è di 30 giorni, al momento. Ancora non posso camminare". Adesso chi c’è ad assisterla in casa? "Mia figlia, di quasi 20 anni. Nella sfortuna, sono contenta di non aver fatto quel giorno la consueta passeggiata con il cane insieme al mio ex marito, che lavora lì vicino. Il punto di ritrovo era proprio quello accanto all’albero crollato. Se fosse successo qualcosa di grave anche a loro, adesso starei ancora più male...". Farà causa a quelli che ritiene responsabili del suo dramma? "Ho già attivato l’iter legale. Io penso sia mancato il senso di responsabilità, perché non è stato bloccato il passaggio pedonale nella via dopo il crollo di due alberi. E, poi, si sapeva da giorni che avrebbe nevicato: a mio avviso non è stato predisposto un piano adeguato. Soprattutto, penso di essere viva per miracolo".