Parità anche nella toponomastica, a Cernusco comincia la battaglia contro il gender gap per strada. Anche in questo caso la differenza di genere non è certo a favore delle donne, in Europa solo il 9% delle vie è dedicato a una esponente della cultura, della politica, del mondo dell’imprenditoria, o a una sportiva. Cambiare mentalità non è facile, il percorso è lungo, ma l’amministrazione ha impostato la rotta.
Le prime alle quali verranno intitolati luoghi importanti sono 20 grandi "troppo spesso dimenticate, nonostante i loro meriti", dice Debora Comito, assessore alle Pari opportunità. Frida Kahlo, Tina Anselmi, Ilaria Alpi, Mia Martini, Artemisia Gentileschi, Lina Merlin, Fernanda Wittgens, Irma Bandiera, Lidia Menapace, le sorelle Mirabal, Helen Keller, Michela Murgia, Lea Garofalo, Mahsa Amini, Rosa Parks, Hannah Arendt, Ipazia D’Alessandria, Emanuela Loi e Samia Yusuf Omar. Artiste, politiche, filosofiche, giornaliste, testimoni di giustizia, attiviste, storiche, agenti di scorta morte in servizio. Tante facce diverse, un cuore solo in città che batte per loro. E una mostra nel Ridotto della sala consiliare racconta vita e impegno di ciascuna, Ritratti di donne si potrà visitare fino al 17 marzo. Per presentarla, sindaco e assessori hanno scelto una figura ciascuno, adottandola, per sensibilità e condivisione di valori. Ermanno Zacchetti ha puntato su Tina Anselmi, la prima ministra del Paese, nel 1976. E prima ancora "è stata la partigiana Gabriella - ricorda il primo cittadino - sindacalista attentissima alla condizione femminile, deputata dal 1968 al 1992. Nel 1977 fu lei a firmare la legge che riconosceva lo stesso di trattamento a uomini e donne in fabbrica e in ufficio".
L’esposizione è nata da un tavolo congiunto del Comune con scuole, consulte e Consiglio dei ragazzi. Una scia che illumina i secoli, da Ipazia, la martire della libertà di pensiero, ad Hannah Arendt, uno dei teorici politici più influenti del Ventesimo secolo. "Sono donne che hanno cambiato il mondo", sottolinea Comito. Il Naviglio lo riconosce e aggiunge un tassello alla lotta contro la violenza, "perché il traguardo passa anche da qui". E Artemisia Gentileschi, la pittrice stuprata dal suo maestro di prospettiva nel 1611, è una testimone più attuale che mai.