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Papa Francesco a Milano, i parroci di frontiera lo aspettano «Giusta la svolta del Sinodo»

Da Quarto Oggiaro a Lorenteggio: niente fedeli di “serie B” di MARIANNA VAZZANA

Papa Francesco (Foto Olycom)

Milano, 27 ottobre 2015 - «Porte aperte, spalancate, le periferie lo attendono». I parroci milanesi si preparano ad accogliere Papa Francesco che sarà a Milano il prossimo 7 maggio. La comunicazione della Diocesi è di ieri pomeriggio mentre l’annuncio ufficiale arriverà oggi alle 10, in occasione dell’incontro dei sacerdoti ambrosiani con il cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca dei Maroniti in Libano. Da Quarto Oggiaro al Giambellino, la reazione è la stessa: stupore e gioia. La notizia, inaspettata, fa capolino mentre ancora nelle parrocchie si discute sul Sinodo, che ha sdoganato la comunione per i divorziati risposati valutando i singoli casi. Si parlerà anche di questo, a maggio? «Può darsi», dicono i sacerdoti. Il tema è caldo.

«Mia madre è divorziata da anni, non per colpa sua. È stata abbandonata. Perché farla soffrire ancora, escludendola dall’eucarestia? Il suo parroco le concede la comunione da anni». Il racconto di Luisa R., incrociata nella zona di via Padova, arriva subito al nocciolo della questione. Il Sinodo della famiglia ha aperto uno squarcio in una rete che aveva già le maglie allargate dal buon senso dei sacerdoti. Niente “fedeli di serie B”. Adesso «non ci dobbiamo aspettare le file di divorziati che verranno all’altare per il sacramento», dicono i parroci milanesi interpellati dal Giorno. «Non è il nero che diventa bianco. Semmai è il coronamento di una linea pastorale già in atto», sottolineano tutti. Dov’è la svolta? «Nel riconoscimento. Un grosso passo avanti – assicura Padre Giuseppe Bettoni, presidente della Fondazione Arché, onlus che si prende cura di mamme e bambini con disagio psichico e sociale –. Senza inficiare il matrimonio, si tiene conto del cammino di ciascuno. Così la chiesa è ancora più misericordiosa, fedele al Vangelo. Chi, tra i divorziati, non si è mai allontanato dalla chiesa, e magari viveva un tormento interiore, si sentirà più compreso. Altri potranno avvicinarsi, nuovamente o per la prima volta». Fermo restando che «non siamo di fronte a una legge da attuare o a un rimborso da riscuotere – ricordano i sacerdoti –, parliamo di spiritualità, di relazioni. Ciascuno ha la sua storia». Sarà un cammino lento, graduale, personalizzato. Ma l’annuncio della visita del Papa dà un nuovo slancio alla riflessione, entusiasma gli animi. «Aspettiamo Papa Francesco a Quarto Oggiaro», dice ancora Bettoni. Un desiderio che accomuna tutti. «Lo accoglieremo più che volentieri», gli fa eco don Renzo Marnati, parroco di Santo Curato d’Ars al Giambellino. Quanto alla comunione per i divorziati, «ci sono alcuni che son rimasti legati alla chiesa e hanno continuato a frequentare la parrocchia, indipendentemente dalla comunione. Nessuno è mai stato escluso».

E gli altri? «È troppo presto per fare un bilancio. Comunque, nel nostro quartiere ci sono tanti anziani che vivono soli e poche famiglie giovani rispetto ad altre zone. Ma ben venga questa apertura». Don Aurelio Frigerio, parroco di San Bernardo alla Comasina, è convinto che «questa apertura sia un primo passo. Ci aiuterà a riflettere sulla complessità della questione. Non si tratta di un mero “permesso”. Finora non abbiamo avuto richieste esplicite di divorziati». Nel quartiere Salomone, periferia sud-est, «ci sono diversi divorziati che frequentano la parrocchia, bravi e generosi, che con grande rispetto accettano di non ricevere l’eucaristia. L’apertura del Sinodo spiana la strada», sottolinea don Augusto Bonora, parroco di San Galdino. Il Papa? «Sarà una grande gioia accoglierlo. Toccherà come sempre le corde del cuore».