
Amina Sailouhi, la 43enne uccisa a coltellate sabato sera dal marito
Settala (Milano), 5 maggio 2025 -”Non eravamo stati informati di nulla. Forse, se avessimo saputo, avremmo potuto interpretare meglio lo stato d’animo della piccola, che negli ultimi giorni era triste”. Sono le parole della dottoressa Concetta Frazzetta, dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale Leonardo da Vinci di Settala, dove la bambina frequenta la scuola elementare. Parole che, insieme a quanto sta emergendo sulla vicenda — ossia che Amina Sailouhi, la 43enne uccisa a coltellate sabato sera dal marito, aveva già subito aggressioni — fanno ancora più male.

Nel novembre 2022, infatti, la donna aveva denunciato il coniuge per le continue violenze. Un dettaglio che, con il senno di poi, lascia l’amaro in bocca: forse, questa tragedia si poteva evitare. "Abbiamo saputo che era seguita dai servizi sociali solo ieri, dopo la tragedia — spiega ancora la dirigente —. Da alcuni giorni la ragazzina, che era molto brava a scuola, era triste, ma le insegnanti non riuscivano a capire il motivo. Lei non voleva parlare. Se ci fossero arrivate segnalazioni dai servizi sociali, forse avremmo potuto fare qualcosa in più. Una delle sue insegnanti si sente anche in colpa per non essere riuscita a decifrare il malessere che la piccola stava vivendo”.
Oggi a scuola si respira un’aria pesante: dirigente e insegnanti cercano di prendersi cura dei compagni di classe, smarriti e addolorati. “Due delle sue amichette, che l’hanno chiamata ieri per sapere come stava, sono in lacrime. Ci stiamo preparando, con i mezzi che la scuola ha, ad accogliere al meglio la piccola quando tornerà”. Il dolore per quanto accaduto ha colpito tutti: insegnanti, personale scolastico, compagni di classe. La bambina, ora ospitata da una zia materna che vive nel territorio, è assistita dai servizi sociali, che si sono attivati per offrirle supporto.

Intanto, in via Cerca, davanti alla palazzina dove è avvenuta la tragedia, è iniziato un mesto pellegrinaggio di mamme delle compagne di classe: lasciano fiori, in silenzio, come a cercare una spiegazione che non c’è.