"Papà e mamma uccisi i miei fratellini scomparsi"

Syp porta nelle canzoni la sua testimonianza. "Sono grato di poterlo fare"

"Papà e mamma uccisi i miei fratellini scomparsi"

"Papà e mamma uccisi i miei fratellini scomparsi"

Portare la testimonianza e l’impegno contro la guerra utilizzando anche la musica, linguaggio universale. È la missione di Cyprien Camporeale Ntawakuriryayo in arte Syp. Ha 31 anni ed è nato il 30 agosto 1992 a Kayumba. Vive nella provincia di Brescia a Castenedolo, coltiva la sua carriera musicale e insieme al migliore amico Diogene porta avanti “Progetto Rwanda“ per sensibilizzare le nuove generazioni sullo sconvolgente genocidio dei Tutsi per mano degli Hutu, nella totale immobilità della comunità internazionale. "Tra le vittime di quel massacro c’era anche la mia famiglia: mamma e papà morirono e i miei fratelli ancora oggi risultano dispersi, chissà, forse sono ancora in vita in qualche angolo del mondo".

Le parole di Cyprien fanno accapponare la pelle, così come le sue canzoni. "Grazie al miracolo dell’amore di un’associazione bresciana, l’associazione Museke, fummo portati in salvo e successivamente adottati in Italia. A dirigere l’associazione era l’Imprenditrice Enrica Lombardi che purtroppo ci ha lasciato qualche anno fa, suo fratello don Roberto e alcuni volontari veramente incredibili come Cesarina Alghisi e Odette Nyiramburanumwe. Veri e propri supereroi. Stiamo vivendo un periodo storico delicato, dove i conflitti sono all’ordine del giorno. Mi permetto di dire che tutto parte da una mentalità che non guarda oltre il proprio naso, siamo ancora legati a tanti cliché che creano disuguaglianza e distanza, bisogna lasciare da parte queste ideologie e falsi miti e imparare a relazionarci con gli altri in modo sano e genuino, ripercorrendo i veri valori che ci hanno fatto crescere in mezzo a tutte queste difficoltà".

"Quando salgo sul palco non so dire con precisione cosa provo, sicuramente tanta gratitudine perché ho la possibilità di esprimermi con la mia musica, ispirare emozioni e consapevolezza e lasciare il segno. Amo dare tanto e non solo prendere come ci “insegna“ questa società materialista. Il mio percorso artistico va di pari passo con il progetto Rwanda, ancora oggi come tanti altri miei coetanei e artisti combattiamo con noi stessi, con i nostri demoni interiori, eredità di una storia drammatica. Vorrei tanto essere d’ispirazione a chi verrà dopo di me, perché purtroppo la storia ci insegna che le cose si ripetono se non si impara dai propri errori". Syp ha lavorato molto su di sé . "Dopo aver incontrato il mio vero amore vedo tutto più chiaro. Sono riuscito a trovare la mia vera identità e le radici africane. Forse l’anno prossimo affronterò il viaggio nella mia terra natia, tatuata sul petto insieme a una frase di Martin Luther King: “Nessuno è libero finché non lo saranno tutti“". Mas.Sag.