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Romani candidato sindaco? "Ho tutte le caratteristiche". E attacca la Lega di Salvini

Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia in Senato, fa un piccolo passo avanti verso Palazzo Marino, a margine di un incontro sulle riforme istituzionali alla Festa dell’Unità ai Giardini Montanelli di via Palestro di Massimiliano Mingoia

Paolo Romani

Milano, 31 agosto 2015 - «Io candidato sindaco? Come milanese non ho nulla da invidiare a nessuno. Venivo qui ai giardini di via Palestro con le macchine a pedali 60 anni fa. Da questo punto di vista avrei tutte le caratteristiche. Ma oggi, per quanto mi riguarda, penso di svolgere un importante lavoro a Roma e vorrei proseguirlo». Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia in Senato, fa un piccolo passo avanti verso Palazzo Marino, a margine di un incontro sulle riforme istituzionali alla Festa dell’Unità ai Giardini Montanelli di via Palestro. Il dirigente azzurro dice di avere tutte le caratteristiche per essere il candidato sindaco del centrodestra. La frenata successiva («vorrei proseguire il lavoro a Roma») è tattica. I boatos azzurri raccontano che Romani ci terrebbe molto, moltissimo a cimentarsi nella sfida delle elezioni comunali del 2016.

Palazzo Marino è il suo sogno e non da oggi. Già nel 2005, quando il centrodestra doveva decidere il successore di Gabriele Albertini, Romani, allora coordinatore regionale dei forzisti, si fece avanti. Ma senza successo. Alla fine Silvio Berlusconi scelse Letizia Moratti. Dieci anni dopo, Romani ci riprova. Vorrebbe incarnare il volto riformista e liberale del centrodestra, un volto distinto e talvolta distante da quello della Lega di Matteo Salvini. Durante il dibattito alla Festa del Pd, non a caso, Romani attacca la linea del Carroccio sul nodo profughi: «Sull’immigrazione la mia posizione, e quella di tanti altri in FI, non è la stessa di Salvini, che parla alla pancia del Paese. Quando vedo i siriani che fuggono, io ci sto male. Su questo terreno si gioca una partita sui valori all’interno del centrodestra. Su questo terreno dobbiamo dimostrare di essere un Paese civile». L’azzurro, però, aggiunge: «Siamo al governo con la Lega in Lombardia, Veneto e Liguria». Come dire: l’alleanza c’è ed è utile per vincere le elezioni. Anche a Milano.

Il Governatore lombardo e lumbard Roberto Maroni l’ha detto a chiare lettere sabato proprio alla Festa dell’Unità: per riconquistare Palazzo Marino serve una coalizione stile Lombardia: dalla Lega al Nuovo centrodestra fino a FI e Fratelli d’Italia. Che ne pensa Romani? «La coalizione c’è in Lombardia e in Liguria con un candidato di FI, Giovanni Toti. Mi pare che non ci sia pregiudizio nei confronti di nessuna candidatura, basta che sia unitaria. Ci sono tutte le condizioni per una candidatura unitaria. Si tratta di decidere il metodo di scelta». Accordo politico o primarie? «Le primarie, anche a sinistra, hanno generato dei mostri. Non sono state uno strumento sufficientemente regolato. Noi non le abbiamo mai sperimentate e riteniamo che si debba passare ancora una volta da un accordo tra i partiti. Il problema si porrà qualora non dovessimo trovare l’accordo».