REDAZIONE MILANO

Palazzo Gardella, in campo l’Archivio delle tute blu

La Cgil milanese e il futuro dell’ex sede degli uffici dell’Alfa di Arese "Sul tavolo un patrimonio immenso di carte e foto di battaglie sindacali"

Gli scatti dello storico fotografo della Cgil Silvestre Loconsolo, che documentano scioperi e storiche manifestazioni all’Alfa Romeo di Arese e raccontano la progressiva dismissione della fabbrica nella “città dei motori“. Una tuta blu cimelio dei metalmeccanici, una mole sterminata di documenti sindacali che raccontano decenni di battaglie per il lavoro. Patrimonio dell’Archivio del Lavoro della Cgil di Milano, in campo per il futuro del palazzo progettato da Ignazio e Jacopo Gardella e realizzato fra il 1968 e il 1974 che ha ospitato per lunghi anni gli uffici tecnici dell’Alfa di Arese. Una battaglia che ha ottenuto un primo successo, visto che la Soprintendenza ha avviato l’iter per porre il vincolo. La struttura inutilizzata, ora di proprietà del gruppo Iper che sull’ex area industriale ha costruito un mega centro commerciale, potrebbe diventare un polo per raccontare anche ai più giovani la storia della fabbrica di automobili e di chi ci lavorava. "È un esempio di archeologia industriale – spiega Debora Migliucci, responsabile dell’Archivio del Lavoro – che è giusto tutelare e preservare".

Il percorso ha preso forma anche in seguito a un incontro che si è svolto al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, promosso dall’Archivio Storico Gardella, in adesione alla proposta di tutela pubblica del bene privato lanciata tempo fa dal comitato e dal Comune. Al centro il futuro di uno degli edifici più significativi della storia dell’architettura italiana del Novecento, che si trova in un territorio in trasformazione. Una zona, cresciuta attorno alla fabbrica di automobili negli anni d’oro calamita per migliaia di operai da tutta Italia, che ha cambiato volto. "L’Archivio del Lavoro preserva e valorizza le carte del movimento dei lavoratori sin dal 1976 – spiega la Cgil – svolge attività di studio della società civile milanese e si è cimentato in un’attività di recupero e di ricerca che ha progressivamente superato i propri limiti territoriali e disciplinari, e porterà il proprio contributo alla discussione per quella che, fuor di dubbio, è parte importante della storia delle donne e degli uomini dell’Alfa Romeo". Il sindacato spiega che "di fronte alla cessata attività di tutte le funzioni svolte fino a dicembre scorso all’interno del Palazzo Gardella, ci pare opportuno condividere un percorso di tutela del patrimonio storico e architettonico attraverso l’adozione di tutti gli strumenti utili, quale forma migliore di contrasto all’abbandono e all’obsolescenza del bene, nell’interesse tanto dei privati nuovi proprietari quanto della memoria pubblica".

Andrea Gianni