Panico e accoltellamento in ospedale a Milano, l’appello di medici e infermieri: “Troppa violenza, serve un presidio fisso”

Il direttore: “Disponibile a valutare l’arrivo dei vigilantes”. Per la 22enne nel mirino “lui incapace di gestire la fine del rapporto”. Migliorano le condizioni dei tre feriti “eroi”

I rilievi dei carabinieri all’istituto clinico Città Studi di via Jommelli a Milano dopo l’aggressione di una 22enne da parte dell’ex

I rilievi dei carabinieri all’istituto clinico Città Studi di via Jommelli a Milano dopo l’aggressione di una 22enne da parte dell’ex

“Era diventato ossessivo e non accettava la fine della nostra relazione". Lo ha spiegato ai carabinieri la 22enne aggredita lunedì pomeriggio dal suo ex compagno, Daniele Z., coetaneo, all’istituto clinico Città Studi di via Jommelli a Milano dopo una visita medica che la ragazza aveva effettuato, finalizzata a un’eventuale assunzione. Il giovane si è scagliato contro di lei nell’atrio dell’ospedale e poi ha accoltellato tre persone intervenute per proteggerla. Bloccato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile, è finito in manette con le accuse di lesioni aggravate dall’uso del coltello e atti persecutori. Ora sono in corso le indagini, coordinate dalla pm Alessia Menegazzo. E per oggi è fissato l’interrogatorio davanti al gip.

In base a quanto emerso, i due stavano insieme da anni, fin dai tempi della scuola, e hanno avuto una bambina. Stavano attraversando una crisi e, negli ultimi mesi, il giovane, incensurato fino a due giorni fa, aveva manifestato "comportamenti ossessivi" come ha evidenziato la stessa ragazza. In ospedale erano arrivati insieme, forse perché lei, esasperata, gli aveva concesso una sorta di “incontro chiarificatore“.

Ma in via Jommelli il 22enne ha dato in escandescenze, sia perché a quanto pare era sotto effetto di alcol e sia perché non aveva gradito che la sua ex fosse rimasta sola con il medico per la visita. Una volta raggiunto l’atrio, prima di uscire in strada, il 22enne ha spinto a terra l’ex compagna. A quel punto lei ha chiesto aiuto ed è stata accompagnata da una dipendente dell’ospedale in una stanza, al sicuro, mentre tre persone tentavano di bloccare il giovane.

"L’avrebbe uccisa. Quel giovane era fuori di sé, gridava ‘Io ti ammazzo’", hanno raccontato diversi testimoni che hanno assistito alla scena. "Si dimenava, era furioso. Ho visto che tirava fuori un coltello, volevo prendere l’impugnatura e mi ha colpito su due dita", ha sottolineato uno dei feriti, un uomo di 74 anni, tra gli intervenuti in difesa della giovane, che si trovava in ospedale con la moglie. Centrato da un fendente al polpaccio destro un infermiere di 57 anni. Mentre un addetto alle pulizie, un uomo egiziano di 56 anni, è stato ferito all’addome e alla coscia destra. Nessuno è in pericolo di vita.

“Le loro condizioni generali sono buone", fa sapere Mirco Baltrocchi, direttore sanitario della Clinica Città Studi. Ieri il dipendente ferito al polpaccio ha affrontato un nuovo intervento "per la sutura definitiva", continua Baltrocchi, dopo l’intervento “urgente“ di lunedì. I colleghi che hanno incontrato i due feriti riferiscono di averli trovati "in buono stato. Evitavano di parlare dell’accaduto, perché, circondati dai loro parenti, cercavano di tranquillizzarli".

Alcuni dipendenti dell’ospedale insistono sulla richiesta di "un presidio fisso di vigilanza (che sarebbe a carico della struttura, di proprietà privata, ndr ) perché le aggressioni, verbali e fisiche, non sono rare. Ci troviamo in un punto vicino alle zone di Loreto, Lambrate e Stazione Centrale, e spesso abbiamo a che fare con persone in preda ai fumi dell’alcol o che hanno assunto sostanze stupefacenti".

Il direttore sanitario, a riguardo, spiega di "non aver ricevuto nessuna richiesta ufficiale ma sono disponibile a valutare la questione, in caso dovesse arrivare". Tiene a precisare che "nella struttura non si sono mai verificati episodi particolarmente gravi" e aggiunge poi che "grazie al decreto legislativo 19 marzo 2024, n. 31, ora è possibile procedere d’ufficio anche nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari sia che si tratti di lesioni lievi sia gravi o gravissime, indipendentemente quindi dalla volontà della vittima di sporgere querela. Un altro tassello di sicurezza".

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