Ortomercato, la rivolta dei grossisti "Bollette quintuplicate: chiudiamo"

Fino a 100mila euro al mese solo per mantenere accesi i frigo, ma vendiamo allo stesso prezzo del 2021. L’imprenditore: cedo tutto il raccolto e poi spengo le macchine, rischiano di saltare 100 posti di lavoro

Migration

di Andrea Gianni

La bolletta di agosto dell’anno scorso era di 19.747 euro, per un consumo di 114.131 Kwh. Quella di agosto 2022 è quintuplicata: 98.999 euro per un consumo di poco superiore, 131.756 Kwh. Savino Tiraboschi, produttore di frutta e grossista all’ortomercato di Milano, mostra le cifre stampate sui fogli di carta che decretano lo stop momentaneo della sua attività. "Stiamo cercando di vendere al meglio la merce che abbiamo già raccolto – spiega – e il prima possibile chiuderemo tutto perché altrimenti finiamo per lavorare in perdita, solo per pagare le bollette. Noi vendiamo la nostra merce allo stesso prezzo dell’anno scorso, solo che i costi di produzione sono esplosi. Riapriremo quando ci saranno le condizioni".

A subire l’impatto della chiusura dell’azienda bergamasca, che produce pere e mele in provincia di Ferrara da “piazzare“ negli ortomercati, saranno i circa 100 dipendenti, oltre all’indotto. Una strada che potrebbero seguire anche tanti altri grossisti, anello nella catena che porta i prodotti della terra fino agli scaffali dei supermercati e nei mercati rionali, dove anche i prezzi per i consumatori finali hanno registrato una impennata. "Non si può immaginare che un’azienda, per quanto solida e strutturata – spiega Salvatore Musso, del consiglio direttivo dell’Associazione Grossisti Ortomercato Milano (Ago) – possa continuare la sua attività con oltre un milione di costi dell’energia di oltre un milione di euro all’anno. Solo una gestione scellerata dei nostri politici poteva portare a tanto. La cosa più assurda – prosegue Musso – è che un’azienda del nostro settore, che necessita costantemente di energia per alimentare i magazzini frigoriferi, sia per la conservazione che per garantire la continuità del freddo alla frutta e verdura, prodotti altamente deperibili, non è riconosciuta tra le aziende energivore, venendo di conseguenza esclusa da eventuali aiuti statali".

Savino Tiraboschi conferma di non aver "mai preso un euro di aiuti", e con lui gli altri grossisti dell’ortomercato. "Sulla bolletta attuale lo Stato prende circa 18mila euro di Iva – sottolinea – e ci sta speculando. Noi siamo impotenti di fronte a questa situazione e siamo alla mercé del mercato e alle regole della domanda e dell’offerta: non possiamo applicare rincari perché non siamo noi a fissare i prezzi". Prezzi che, però, sugli scaffali continuano a salire verso l’alto, mettendo in crisi anche le famiglie con redditi nella media. Secondo una stima della Cgil di Milano, la spesa alimentare segna già un rincaro dell’8,3%. E ogni famiglia nel 2023 spenderà per riscaldare la casa il 62% in più rispetto all’anno scorso. Con gli stipendi al palo, cala di conseguenza il potere d’acquisto. "Il sistema – conclude Tiraboschi – sta saltando".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro