
L'organo protagonista delle sale da concerto
Milano, 5 ottobre 2017 - «Milano, che sta vivendo anche un grande rinascimento culturale, può permettersi di avere sale da concerto senza l’organo o di avere strumenti in disuso da anni? Crediamo di no, quindi proviamo a cambiare le cose».
L’appello per promuovere una «Cultura dell’organo» in città arriva dal Municipio 3, in particolare dall’assessore alla Cultura del parlamentino Luca Costamagna. L’obiettivo è recuperare tutti gli organi da concerto della città in disuso da anni, in modo che le loro note possano riecheggiare nuovamente non solo nelle chiese ma anche, perché no, nelle sale da concerto e negli auditorium. «Uno - sottolinea Costamagna - è quello della sala Verdi del Conservatorio. Un peccato saperlo inutilizzato. Basterebbe un po’ di manutenzione. Siamo abituati a considerare questi strumenti musicali come fossero esclusivamente liturgici, quando invece hanno molto di più da offrire». Tra gli «inutilizzati» vengono citati nell’appello anche gli organi degli auditorium Lattuada e Angelicum.
Si fa presente anche che nelle sale da concerto realizzate negli ultimi decenni non sia stata prevista la presenza di un organo, «elemento fondamentale di qualsiasi auditorium europeo: in questo senso si spera che i lavori in corso all’Istituto dei Ciechi possano aprire una via». E non è un caso che la richiesta parta dal Municipio 3, che ha lanciato una rassegna musicale nei quartieri della periferia est conclusasi a fine settembre, con protagonisti proprio gli organi, grazie alla collaborazione con l’associazione Canone Inverso. Quattro appuntamenti con concertisti di rilevanza internazionale hanno richiamato oltre mille spettatori in arrivo da diverse zone della città.
«Questa rassegna - sottolinea Carlo Centemeri di Canone Inverso, musicista, che cura e conduce la trasmissione Abendmusiken di Radio Marconi - ha centrato i due scopi che si prefiggeva: far conoscere al pubblico un repertorio vasto ma poco noto e allo stesso tempo avvicinarlo a strumenti di cui non sempre si intuiscono le reali possibilità, considerandoli meno interessanti di quanto siano».