MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, l’ordinanza anti-movida entra in vigore ed è già polemica: cosa prevede e perché non piace

Il provvedimento è scattato in 12 zone: ecco quali. La lettera dal comitato dell’Arco della Pace

È entrata in vigore ieri e lo sarà fino al 4 novembre l’ordinanza del Comune che limita l’orario di utilizzo dei dehors e dei plateatici – dovranno chiudere dall’1 alle 6 nei giorni feriali e dalle 2 alle 6 nei festivi – e impone il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche per l’asporto dopo la mezzanotte in dodici zone calde della movida in città. Neanche il tempo di partire, che già i cittadini segnalano problemi: in particolare legati ai confini. Il fatto è che dall’ordinanza sarebbero state escluse delle vie o alcune porzioni di strade "che sono in piena area di movida", evidenzia il comitato ProArcoSempione, che ha scritto una lettera all’assessore alla Sicurezza Marco Granelli: "Gradiremmo conoscere il criterio con cui è stata circoscritta l’area di applicazione dell’ordinanza nella zona di movida Arco della Pace".

Dalla planimetria sembrerebbe che il provvedimento valga "solo per i locali del primo tratto di corso Sempione e dei civici 5, 6 e 8 di piazza Sempione, escludendo così dagli obblighi dell’ordinanza un numero considerevole di esercizi di somministrazione prossimi o addirittura contigui a quelli dell’ambito considerato". In sostanza, basterebbe spostarsi di pochi metri per continuare a usufruire di tavolini esterni e acquistare bevande alcoliche da portare fuori anche dopo la mezzanotte. "Il divieto di asporto di bevande alcoliche (ancorché tardivo come orario) perderebbe così la sua seppur modesta efficacia – continua il comitato – perché gli avventori si rifornirebbero facilmente nei bar esclusi nella planimetria presenti nelle vie Piermarini, Gherardini, Cirillo, Cagnola e Bertani oltre ai caselli daziari anch’essi dediti a somministrazione. Una conoscenza del fenomeno movida della zona vi impedirebbe di commettere quest’errore che oltre a vanificare l’ordinanza stessa è fonte di prevedibili ricorsi da parte dei locali colpiti per concorrenza sleale".

Una situazione che era stata segnalata anche dal Municipio 1, prima che l’ordinanza diventasse effettiva, non solo per l’area dell’Arco della Pace: "Abbiamo presentato le nostre osservazioni – spiega Mattia Abdu, presidente di Municipio 1 – durante l’avvio del procedimento, quando i portatori d’interesse (quindi anche il Municipio) potevano suggerire modifiche. E noi abbiamo chiesto di estendere i confini di alcune aree: di comprendere tutta piazza Sempione e via Bertani in zona Arco della Pace; via Marsala, via Castelfidardo, via Solferino e un pezzo di via San Marco in zona Brera, via Vetere e piazza Sant’Eustorgio al Ticinese, per fare alcuni esempi. Le nostre indicazioni non sono state accolte ma gli assessori alla Sicurezza e allo Sviluppo economico si sono impegnati a monitorare la situazione attraverso la polizia locale e ad aggiornare eventualmente il provvedimento in base a ciò che sarà rilevato".

Le zone interessate sono Nolo, Lazzaretto, Melzo, Isola, Sarpi, Cesariano, Arco della Pace, corso Como/Gae Aulenti, Garibaldi, Brera, Ticinese, Darsena e Navigli. Obiettivo dell’ordinanza "è tutelare la tranquillità e garantire la fruizione, da parte di tutti, dello spazio pubblico nonché il riposo dei residenti in equilibrio con la libertà di aggregazione e lo sviluppo di impresa degli esercizi commerciali", ha spiegato Palazzo Marino. Per Gabriella Valassina, Comitato Navigli, "l’interesse economico purtroppo è sempre al di sopra della salute del quartiere. Vedremo gli effetti di questa ordinanza, intanto combattiamo
sempre contro inquinamento acustico e plateatici sempre più estesi". Dall’altro lato, neppure i commercianti si dicono pienamente soddisfatti perché é un provvedimento "che ancora non rispecchia le esigenze delle imprese e recepisce solo in parte le nostre osservazioni", ha spiegato Marco Barbieri segretario generale Confcommercio milanese.