
Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Milano
Cinisello Balsamo (Milano) - Dodici ordinanze di arresto. Tra loro anche alcuni dei boss emergenti del rione di Sant'Eusebio. I discendenti di quelle famiglie che da quasi cinquant'anni tengono prigioniero il quartiere in una morsa di criminalità e spaccio. La Polizia di Stato di Milano, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, questa mattina è tornata in forze a nel quartiere a Nord di Cinisello Balsamo, celebre per essere una delle più importanti piazze di spaccio del milanese.
Al centro del blitz, il terzo nella storia del quartiere, le ordinanze di arresto che sono emerse in due distinte indagini: la prima condotta a livello locale dal commissariato di Cinisello Cinisello Balsamo e la seconda direttamente dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha ricostruito le origini e il tragitto compiuto dai fiumi di droga che da Sant'Eusebio invadono l'area milanese e quella brianzola.
Un'operazione che mette insieme più livelli criminali: da quello locale costituito da una decina di famiglie storiche che nel quartiere governano il traffico di droga e controllano anche l'occupazione abusiva degli alloggi Aler; il livello internazionale, che in questo momento era gestito da esponenti della criminalità albanese, in grado di far arrivare la droga dall'Olanda fino a Sant'Eusebio. In manette, tra gli altri, due dei nuovi esponenti delle famiglie storiche, considerati a capo delle famiglie locali. Alcune delle persone raggiunte dalle ordinanze si trovavano già in carcere. Infatti la sola polizia di Cinisello, nei primi due mesi dell'anno ha già eseguito 21 arresti in flagranza.
Quasi un centinaio di agenti di polizia, coadiuvati dai cani antidroga della guardia di finanza e dai vigili del fuoco per alcune operazioni di apertura delle cantine, hanno circondato il quartiere all'alba. Numerosissime le perquisizioni compiute soprattutto nelle Cinque Torri dell'Aler e ai ''Palazzi''. Dai primi riscontri non sarebbe stata trovata droga, ma ciò è considerato normale in un quartiere che da oltre un anno è al centro di ripetuti servizi di polizia e carabinieri. Da mesi si è assistito a un progressivo spostamento della merce e delle attività di spaccio in altre aree della città, dove la sorveglianza è minore.
Le indagini della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Milano sono state coordinate dal Servizio Centrale Operativo e dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga ed hanno visto la collaborazione delle autorità albanesi attivate dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.